Amuri, amuri miu, ppi tia cantu

Amuri, amuri miu, ppi ttia cantu, lu cori nun mi duna cchiù abbentu. 

Questa strofa ci introduce al pregevole lavoro di un nostro nuovo ospite che ci pregiamo di poter annoverare tra gli Amici di Cara Palermo. Il suo nome è Antonino Gaeta.

Classe 1976, vive ed opera nella stessa città, dove ha conseguito i titoli artistici presso il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti di Palermo.

Antonino Gaeta, artista
Antonino Gaeta, artista

Entrato nel 1994 sotto la guida di Toti Garraffa e Marco Incardona, prosegue nella Prima Cattedra di Pittura, con il Maestro F. Nocera, conseguendo con il massimo dei voti il titolo Accademico il 16 Luglio 1999, si forma sin dagli anni Accademici presso la scuderia della Galleria Prati di Palermo, nella quale ha svolto negli anni anche il ruolo di assistente e curatore…

Palermo nel Cuore dei Suoi Colori. Un Amore che si traduce in Memoria

15)	21 Grammi. Olio su Tela, cm 100x100, 2019
21 Grammi. Olio su Tela, cm 100×100, 2019

La storia

Un ricordo lontano mi porta molto indietro nella Memoria, si sa con il Tempo la Memoria comincia a disgregare il Ricordo per godere a pieno del presente, ma ci sono piccoli momenti che rimangono suggellati nello scrigno del Cuore e che niente e nessuno ti porterà mai via.

Amuri, amuri miu, ppi tia cantu

Ricordo una giornata calda, non ricordo il motivo ma Io e mio Padre ci trovammo in pieno centro storico, a metà strada tra la Vucciria e la Cala oltrepassando la Piazza di San Giacomo la Marina lungo le mura di Santa Maria La Nova.

Ad un tratto con fare celerino mi disse, aspetta, aspetta… devo farti vedere una cosa.

Erano gli anni 90, io ero un giovanissimo studente del Liceo Artistico di Palermo.

Ci avvicinammo ad una vecchia ringhiera in Ferro Battuto, che delimitava una vecchia struttura su piano stradale, quelle di una volta, che conservano tutto il gusto di una sapienza manuale antica, dove estetica e funzione si sposano perfettamente.

L’arte del forgiare il Ferro

Lotta ancestrale tra Fluidità forgiante del Fuoco e Materia, il Ferro in questo caso, metafora della Esistenza stessa dell’Essere Umano questa ricerca continua di Equilibrio Aureo e di Forma tra Materiale e Immateriale, tra Immanente e Permanente.

Vedi mi disse, con fare orgoglioso e allo stesso tempo con un velo di emozione, (si perché’ mio Padre era un Uomo forte ma che ha saputo sempre lasciare spazio alle corde vibranti delle sue Emozioni più vere…), vedi questa è stata fatta dal tuo bisnonno, si mio nonno Giovanni concluse, del quale lui portava il Nome

Il silenzio

Rimanemmo in silenzio per qualche istante, avvertì qualcosa di magico, come se volesse consegnare in quella visione un mandato.

In quel ricordo compiaciuto e malinconico si celava parte della storia della mia Famiglia della mia stessa esistenza e che avrebbe finito con l’influenzare parte di me stesso.

Quell’istante sembrò durare parecchie ore ma fù altrettanto fugace. Ci voltammo e proseguimmo il nostro cammino, in un silenzio carico di Memoria.

Per molti sarebbe stata una piccola parentesi di una normalissima passeggiata, per me fu una Pietra Miliare.

Quel manufatto di Ferro battuto, testimonianza di un passato rimaneva lì a testimoniare il lavoro di un Uomo, del mio bisnonno Giovanni Gaeta, il tutto condito dalla mia curiosità, che mi portò a ricercare qualche informazione ulteriore.

Da lì venni a sapere che la Famiglia di mio Padre o più esattamente di mio nonno Antonino era originaria del Vecchio quartiere di San Pietro.

Un luogo raso quasi del tutto al suolo dai bombardamenti bellici del 1943, che cancellarono i rioni prospicenti al mare, dove nel corso dei secoli operarono antichi artigiani presenti nei vicoli del vecchio Ghetto Ebraico.

Di questa cultura è rimasto tanto a Palermo anche se tantissimo si è disperso.

In Assenza Omnia, olio su tela cm 100x100. anno 2018
In Assenza Omnia, olio su tela cm 100×100. anno 2018

U Pane Ca’ Meusa

Sono rimasti nella Nostra cultura tanti piatti soprattutto il Pane Ca’ Meusa, si esatto il Pane con la Milza.    

L’origine di questa pietanza si fa risalire al medioevo, quando gli ebrei palermitani impegnati nella macellazione della carne, non potendo venire retribuiti per precetto religioso, trattenevano come ricompensa le interiora che rivendevano come farcitura insieme a pane e formaggio.

Cacciati da Ferdinando II d’Aragona detto il Cattolico, questa attività venne portata avanti dai caciottari palermitani.

Pani ca mevusa
Civico 23 di Antonino Gaeta
(Tecnica: Olio su Tela. Dimensioni: cm 80×120. Anno 2020.)

In realtà, il consumo di interiora, particolarmente diffuso a Palermo, è tipico di quelle comunità dove, al consumo di carne dovuto alla presenza di famiglie nobiliari, corrispondeva un utilizzo degli scarti della macellazione da parte del popolo.

Un piatto tipico della nostra amplia tradizione del cibo da strada, che non solo e custode di un’antica cultura ma traccia di un popolo e di una cultura millenaria.

Un Antico Mestiere, come tanti a Palermo e nel sud in genere, che rischiano l’estinzione, fatto di una gestualità antica, la ritualità del cibo, gli arnesi usati, la mimica di chi vende e di chi compra, di abbanniate.

Un mondo di una cultura profonda che rimane inalterata  che si districa lungo i corridoi bianchi della nuova globalizzazione e che noi tutti dovremmo apprezzare  e tramandare, perché in essi è racchiuso il cuore del Nostro Popolo.

Che dirvi. Capirete bene che la fantasia e la voglia di Radici ha fatto incetta nel mio giovane io di allora, come di adesso …

La mia ricerca

Negli anni continuai a cercare e ricercare e da allora continuo a muovermi con estrema curiosità e senso quasi di responsabilità nei vecchi quartieri di Palermo.

Sono passati veramente tanti anni da quella Passeggiata e dalla prima volta che vidi quella Inferriata… sapete è ancora lì e ogni volta che ci passo davanti avverto tutta la carezza del mio Passato.

Di mio Padre che non c’è più, almeno in questa forma fisica, di Mio Nonno del quale porto il Nome Antonino, del cognome che Porto Gaeta e delle sue probabili radici.

Di quella manualità, scintilla divina del forgiare l’inesistente dalla materia  e dargli nuova vita, come oggi faccio io con il mio Lavoro di Artista, di Pittore, narrando e tramandando i volti e i colori della mia Amata citta di Palermo, che vado incontrando lungo il mio cammino…lungo i miei Ricordi…custoditi nel mio Cuore.

Spero un giorno di poterlo raccontare e tramandare ai miei Nipoti, Giovanni e Giulia, figli di mio Fratello e chissà un giorno forse qualcuno racconterà la mia quella di un folle che ha speso la vita dietro un cavalletto per continuare a tenere in vita una parte di una cultura che Fù.

Amuri, amuri miu, ppi tia cantu

Prima di Salutarvi voglio concludere, dandovi appuntamento al prossimo racconto se vi andrà, prendendo in prestito le parole di Romano Battaglia.

I tronchi degli alberi sono separati, ma le radici si tengono strette le une alle altre e i rami in alto si intrecciano. Sono uniti a livello profondo ed a quello più elevato. Gli uomini dovrebbero essere come un’immensa foresta.

Romano Battaglia, Sulla riva dei nostri pensieri, 2000

Palermo 14/06/2022

Viandante tra i Viandanti

Antonino Gaeta

Artè Studio Gallery – Viale regione Siciliana , 2841, Palermo
[email protected]


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