La Fiera del Mediterraneo nasce a Palermo nel 1946, realizzata in un terreno a forma triangolare di circa 14 ettari, presso le falde del Monte Pellegrino.
La storia
La prima edizione della cosiddetta Campionaria fu inaugurata, con i migliori auspici, il 5 ottobre del 1946.
La cerimonia si svolse alla presenza dell’allora Presidente della Repubblica, on.le Enrico De Nicola, e del Presidente del Consiglio, on.le Alcide De Gasperi.
L’intento era quello di far ripartire l’economia, messa in ginocchio dalla guerra, e agevolare i contatti economici con i restanti paesi del Mediterraneo, ed oltre.
Fin dall’inizio la struttura rappresentò il maggiore polo espositivo della Sicilia, sia per dimensioni che per importanza, ed era gestito dall’Ente Autonomo.
Il successo iniziale
La Fiera conquistò subito il cuore di moltissimi siciliani.
Fiumi di persone ne hanno varcato i cancelli, per ammirare il particolare fascino di quello che un tempo era il naturale palcoscenico delle “novità” presentate nella nostra regione.
In pratica alla Fiera potevi trovarci di tutto: dall’ultimo modello di frullatore al nuovissimo trattore per arare i campi, come gli allora ipertecnologici apparecchi radio a valvole o a transistors.
Le architetture
Tra gli esempi di architetture rappresentate in Fiera è di rilevante importanza quello del portale di ingresso (foto in testa), in stile “modernista”, progetto del prof. arch. Salvatore Cardella. Ma ottimi esempi, da altri validi professionisti, hanno tracciato il mix di stili architettonici negli edifici presenti.
Al passo con i tempi
Negli anni la Fiera si aggiornò, seguendo le necessità dei tanti visitatori e le tendenze del momento. Nacquero la zona di ristoro e l’ampia zona svago: attrattive di grande richiamo, molto importanti per i tempi.
Il tutto venne quindi condito dal coloratissimo e rumorosissimo luna park, ma anche dai profumi intensi provenienti dalla sempre affollata zona di ristoro: tappa obbligata per ogni visitatore.
Quest’ultima, era ricca di postazioni adibite alla vendita di qualsiasi prelibatezza gastronomica, che spaziavano dal classico panino con le “panelle e crocchè” alla pizza e, successivamente, anche alla esotica “zuppa di testuggine”, ed altre specialità particolari, originarie di terre lontane.
I films su RAI 3
Molti di voi ricorderanno che negli anni ’70-’80, per qualche strano “mistero” (in realtà c’era un accordo preciso in tal senso tra gli enti) per tutto il periodo dell’apertura stagionale della fiera, ogni mattina, su RAI 3, che solitamente a quell’ora trasmetteva solo il monoscopio RAI, venivano trasmessi films comici di Totò, Stanlio e Onlio, Jerry Lewis, ma anche qualche bel Western all’italiana.
Il “Riflettore”
Altro espediente per incuriosire il pubblico era il cosiddetto “Riflettore”: un potente fascio di luce, emesso da una fotocellula, che tutte le sere veniva puntata sul vicino monte Pellegrino ed il castello Utveggio: sfondo naturale della Campionaria. La scia luminosa, nelle sere palermitane, era visibile da quasi tutta la città. Un segnale preciso che dava l’annuncio dell’apertura della Fiera.
La musica del “centro radio”
Altro aspetto che ricordo con piacere è che durante le lunghe passeggiate lungo i suoi viali, si era sempre allietati da un sottofondo di buona musica, proveniente dall’impianto di diffusione audio di cui la struttura era dotata.
Sottofondo musicale interrotto ogni tanto dagli annunci degli operatori del cosiddetto “centro radio“: tipicamente messaggi riguardanti il ritrovamento dell’immancabile bambino che si era smarrito tra la folla, e di cui si cercavano disperatamente i genitori: ” … il piccolo Michelino si è smarrito. I genitori lo potranno “ritirare” presso il centro radio!“.
Ma, più spesso, dagli espliciti spot pubblicitari commissionati dalle ditte che esponevano i loro articoli in fiera.
La musica però, almeno nei miei ricordi, era ben selezionata. Ho ascoltato proprio passeggiando in fiera, per la prima volta, un brano tratto dall’allora ultimo LP di Stewe Wonder “Songs in the Key of live“, appena uscito in Italia. Il pezzo era “Joy Inside my Tears“. Correva l’anno 1977. Non lo dimenticherò mai.
Le crepes
Negli anni successivi, alle specialità gastronomiche già descritte qui sopra, se ne aggiunse una nuova, dal profumo inebriante: quello delle crepes al Grand Marnier.
Furono gli anni in cui un gruppetto di “cuochi” francesi, con la loro simpatica bancarella, e in testa il tipico “toque blanche“, le presentò alla fiera per la prima volta, verso la fine degli anni ’70. E fu un successone!
Il Luna Park
Anche questo, soggetto ad aggiornamenti nel tempo: dapprima era solo giostrine con cavallucci per bambini, poi aggiunsero la ruota panoramica e le montagne russe, quindi la casa degli spettri. Infine, toccò il suo culmine con l’introduzione di attrazioni come il “Tagadà”, e la “Ballerina” che richiamavano folle di fruitori appassionati e temerari.
Altro must, per i più piccini, oltre alle innumerevoli giostre del luna park, erano i vari carrettini di pop corn, mele caramellate e zucchero filato.
Molti di noi ricorderanno l’odore intenso dello zucchero che si poteva percepire a centinaia di metri. Una traccia olfattiva che potevamo seguire, spingendo i nostri genitori giusto in quella direzione… per ovvie ragioni🍭
La terrazza del bar
Da ricordare la terrazza del Bar Mazzara (ex Italia), sul viale principale. Luogo che, per svariati lustri ha ospitato nugoli di stanchi e assetati visitatori della Campionaria, ristorandoli con un fresco Martini on the rocks o un fantastico bicchiere di gelato: il cosiddetto “spongato“, servito nei tanti tavolini all’aperto.
L’unico vero problema era arrivarci al bar. Stanchi, dopo un lungo girovagare per i viali della fiera, il fatto negativo era che Il bar si trovava in cima ad una lunga scalinata (quella foto è solo una parte della rampa).
Comunque, le serate in fiera trascorrevano in un’atmosfera caotica ma che raccontava ancora con gusto, tra il romantico e lo scanzonato, quella che fu la “belle vie” palermitana di quegli anni.
La folla all’ingresso
Ricordo che, soprattutto nei fine settimana, le file per l’ingresso erano interminabili, ma di certo non sfuggiva che tra i tantissimi visitatori, solo una piccola parte di questi si dirigeva verso le biglietterie.
Questo perchè era usanza comune, prima di andare a visitarla, partecipare alla caccia sfrenata dei biglietti o inviti omaggio, offerti ogni anno dagli espositori.
O, meglio, per i più fortunati questo equivaleva a, “capitare” (reperire) le famose “tessere” che garantivano l’ingresso a qualsiasi ora del giorno, tutti i giorni e per un imprecisato numero di persone.
E… chi non aveva un amico, che a sua volta aveva un conoscente che esponeva in fiera, cui chiedere le suddette “agevolazioni”?
E chi non si faceva prestare la tessera dall’amico o dal cugino del vicino di casa? Insomma, come si dice dalle nostre parti: “un paava nuddu!” (non pagava nessuno!).
Il declino della Fiera
Purtroppo, tutto ha una fine, e anche la Fiera non ha fatto eccezione alla regola.
Infatti, dopo un periodo di intense attività con un consistente afflusso di pubblico, le lunghe vicissitudini con alti e bassi nella sua gestione, attorno agli anni 2000, determinarono la fase di declino.
Declino che portò alla sua chiusura ed al commissariamento dell’ente gestore, poi definitivamente dismesso nel 2008, in seguito alla profonda crisi finanziaria.
Forse le innumerevoli tessere e biglietti omaggio avranno avuto un ruolo in tutto ciò? Non lo so… questo resterà per sempre un mistero palermitano.
Il dato certo è che fino a quel momento, almeno gli espositori, pagavano volentieri per aprire uno stand in fiera.
La Fiera ai nostri giorni
Nel 2015, dopo 7 anni di inattività, è stata organizzata la sua parziale riapertura dal 23 maggio al 7 giugno.
Dopo il recupero dei due terzi delle strutture, (molte delle quali semidistrutte) – operazione interamente finanziata da investitori privati – la 67esima edizione si inaugurò con 600 espositori provenienti da tutto il mondo e nuove aree di ricezione come il “Villaggio dello shopping” nell’ex area del luna park.
Non fu esattamente la stessa cosa ma… sembrava un nuovo promettente inizio. Se ne parlò tanto ma, comunque il tentativo, per quanto apprezzabile, non fece il cosiddetto “botto”.
Il coronavirus
Dal 2020, a causa della pandemia di SARS Cov2, l’apertura stagionale per la 69esima edizione, prevista dal 30 Maggio al 14 Giugno, è stata rimandata a data da destinarsi, e parte degli spazi sono stati convertiti e destinati ad hub vaccinale.
Al momento, la situazione è rimasta congelata così.
Non ci resta quindi che sperare in tempi migliori, con il dolce ricordo di quelli che furono, nella speranza di poterci presto riappropriare anche di questo angolo della nostra città che, malgrado tutto, non ha mai smesso di vivere nei nostri ricordi e nei nostri cuori.
Dove si trova?
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