Santa Rosalia, la Santuzza di Van Dyck

La Santa Rosalia di Van Dyck è probabilmente la prima immagine della Santuzza che si conosca ad aver varcato i nostri confini.

Non sono in molti a sapere che durante l’epidemia di peste che falcidiò i palermitani nel corso del XVII secolo, venne effettuato un duro lockdown che bloccò l’intera città.

E tra questi, a Palermo, rimase bloccato anche Antoon Van Dyck, famoso pittore fiammingo.

Il trionfo della morte – palazzo Abatellis, Palermo (Public domain, via Wikimedia Commons)
Il trionfo della morte – palazzo Abatellis, Palermo (Public domain, via Wikimedia Commons)

In realtà quella del 1624 non fu certo l’unica epidemia che si verificò a Palermo, piuttosto l’ennesima. Ma questa è quella che ci interessa di più. Vediamo perchè

La storia

Antoon Van Dyck era arrivato a Palermo nel 1624, già come affermato artista, su invito personale di Emanuele Filiberto di Savoia, viceré di Sicilia, il quale volendosi avvalere della sua grandezza nell’opera pittorica, gli commissionò il suo ritratto.

Giunto in città, Van Dyck si mise subito all’opera ed iniziò a dipingere il famoso ritratto di Emanuele Filiberto, dove egli appare in una posa marziale ma elegante.

Il ritratto di Emanuele Filiberto, realizzato da Antoon Van Dick - Palermo, 1624
(Dulwich Picture Gallery, Public domain, via Wikimedia Commons)
Il ritratto di Emanuele Filiberto, realizzato da Antoon Van Dick – Palermo, 1624
(Dulwich Picture Gallery, Public domain, via Wikimedia Commons)

Ma una mattina, il viceré, entrato nella sala dove era appesa la tela con il suo ritratto, la trovó caduta per terra. Questo fatto fu subito considerato come un pessimo presagio. E questa cosa lo fece agitare moltissimo.

Aveva ragione perchè, poche settimane dopo, Emanuele Filiberto morí di peste.

Ma non fu il solo. A Palermo, si erano già verificati 10.000 morti, e per questo venne ordinato il lockdown.

Il Maestro, addolorato per la grave situazione che si era verificata, nutriva come tanti palermitani la speranza nell’aiuto divino; cosa che lo spingerà di li a poco a dipingere quella che sappiamo essere la sua prima opera raffigurante Santa Rosalia.

Il ritrovamento delle ossa

Qualche tempo dopo, in una grotta sul monte Pellegrino, avvenne il ritrovamento di misteriose resti di ossa umane che, l’arcivescovo Giannettino Doria attribuì subito a Rosalia, nobile della famiglia dei Sinibaldi: cosa che venne interpretata da molti come segno premonitore di un imminente miracolo.

Santa Rosalia salvò Palermo

Fu a quel punto che le reliquie di Rosalia, vissuta diversi secoli prima e ora fatta santa, vennero portate in processione per le vie della città.

Ma ciò avvenne quando, in realtà, i casi di contagio si erano già notevolmente ridotti, grazie al rigoroso lockdown.
La Santuzza potè così avere la strada spianata nel suo ruolo di “salvatrice” della città, e di tutti i suoi abitanti.

Data l’importanza dell’evento, il pittore fiammingo, volle contribuire ad immortalare la memoria del miracolo e lo fece realizzando la sua famosa opera.

La “Santuzza” di Van Dick

La Santa Rosalia di Antoon Van Dyck - Palermo, 1624
La Santa Rosalia di Antoon Van Dyck – Palermo, 1624

Nella splendida tela dell’artista, si potè ammirare la figura della Santa, accompagnata e sostenuta dagli angeli cherubini, mentre era intenta a chiedere l’intercessione divina per salvare la città dalla peste.

Tornando ai nostri giorni, nel 2015, l’opera è stata esposta a Palazzo Abatellis, dove è stato possibile ammirarla per circa tre mesi. Successivamente, la preziosissima tela è tornata nella sua sede museale di New York, presso il Metropolitan Museum.

Il ritratto di Emanuele Filiberto, è invece esposto a Londra, nella Dulwich Picture Gallery.

La speranza è che il magnifico dipinto della Santuzza possa un giorno tornare definitivamente a Palermo, suo luogo di origine. Nel frattempo, ammiriamolo in foto e accuntintamunni!

Dove si trova?


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