Accura a scaffa! Piccola storia delle buche palermitane

Quello della “scaffa” a Palermo, è uno degli argomenti da sempre parecchio dibattuti.

L’elenco delle voci nella lista delle lagnanze dei cittadini in realtà è molto, molto lungo. Ma a parte “munnizza“, tram, traffico, ZTL e piste ciclabili, l’esistenza delle cosiddette “scaffe” o, meglio, le buche (spesso vere e proprie voragini) sull’asfalto palermitano, è uno dei problemi con i quali da sempre ci ritroviamo a dover fare i conti, ogni santo giorno.

Accura a scaffa - Gigi Petyx - 1978
Accura a scaffa – Gigi Petyx – 1978

La storia

Purtroppo negli ultimi anni, e durante i mesi invernali ancora di più, la situazione che era già grave a memoria d’uomo è notevolmente peggiorata. La quantità di “scaffe” disseminate nell’asfalto delle strade cittadine non è più misurabile. Tanto da costituire un serio pericolo, direi un’insidia costante, per l’incolumità pubblica; soprattutto per ciclisti, motociclisti e pedoni.

Questi, per spostarsi in città, devono destreggiarsi effettuando slaloom e gimcane tra una voragine e l’altra. In poche parole si è costretti a fare vere acrobazie per scansarle tutte, come in un campo minato, solo per riuscire a portare a casa intatta la pellaccia. E guai a distrarsi un attimo!

Ma tutto ciò è un problema anche per gli automobilisti, che rischiano seri danni alle ruote ed alle sospensioni della propria auto, se non quello di perdere il controllo del mezzo durante la marcia, con conseguenze potenzialmente molto spiacevoli.

Ci sono scaffe e scaffe

Col tempo, anche la qualità delle scaffe è cambiata: ci sono scaffe grandi, piccole, medie. Con o senza fondo (voragini). Tonde, quadre e di forma irregolare. Scaffe asciutte e scaffe allagate. In ultimo, si elencano le scaffe da strada e quelle da marciapiedi. Insomma… ce n’è per tutti i gusti. A Palermo, in questo senso, non ci facciamo mancare davvero niente.

La scaffa eterna e resiliente

Ovviamente esiste anche un servizio di ripristino (rapido?) ma, è solo temporaneo. Un intervento tampone che nella totalità dei casi, lascia il tempo che trova. Giusto un paio di giorni dalla frettolosa “rattoppata” e si ritorna punto e a capo: la “scaffa” miracolosamente rispunta, esattamente dov’era e com’era.

Perchè? perchè la “scaffa” a Palermo è eterna e resiliente! Come l’araba fenice. Sapevatelo!

Già ne parlò Goethe

In realtà anche il buon Goethe, arrivato in città nel 1787, si era posto il problema. E da attento osservatore ne dedusse che la “munnizza” non veniva tolta dalle pubbliche vie per una precisa ragione. Il motivo? Perchè visto il pessimo stato delle strade, e la notevole quantità di buche esistenti, questa serviva ad attutire gli impatti delle ruote, e quei fastidiosi rumori causati dai carri per il continuo sussultare tra i fossi, al loro passaggio.

Le scaffe palermitane nella W.H.L.?

E se ne proponessimo l’ingresso nella World Heritage List dell’ UNESCO? Io sono pronto a collaborare… l’ho già fatto in passato, in occasione della candidatura nella W.H.L. della Palermo Arabo-Normanna ed il relativo percorso. Quindi, con un “percorso” così, per giunta storico… secondo me è cosa fatta!

Il documento di Gigi Petyx

Ora, non voglio entrare nel merito della questione sulle responsabilità di tutto ciò, perchè non è questa la sede opportuna, nè sarei titolato a farlo. Però, tornando a noi, c’è da osservare che anche nel 1978, il grande Gigi Petyx documentava con le sue foto una situazione – scaffe palermitane – verosimilmente non molto diversa da quella odierna.

Allora, nelle more del rifacimento del manto stradale, cosa che poteva durare pure anni (esattamente come adesso), in mancanza di opportuni segnali di avviso del pericolo, si cercava in qualche modo di richiamare l’attenzione dei passanti sulla presenza delle buche. I metodi erano molto artigianali, ma sicuramente efficaci come quello in foto. Insomma, spinti da senso civico e benevolenza verso il prossimo, ci si arrangiava come meglio si poteva.

Le scaffe di Renzino Barbera

Ma si sa, le buche palermitane sono ormai proverbiali e senza età. Tanto che in passato queste hanno ispirato pure il compianto Renzino Barbera, che delle nostre epiche “scaffe” ne scrisse così:

Sintissi amico mio,
non mi dicissi camurrusu
ma c’è purtusu e purtusu.
La scaffa siciliana è un’altra cosa: scaffa che vale!
Non è la scaffa usuale, settentrionale,
che campa massimo ‘na simana e menza
ed è senza esperienza.
Noialtri abbiamo scaffe greche,
scaffe Normanne, scaffe d’Aragona,
E uno… ci si affeziona!
Io ne canuscio una, alla circonvallazione
Ca è pi mia come una passione:
la vitti nascere.

Fui alla sua prima comunione (tra idda e un copertone).
Ora ch’è fatta granni: ne ha fatto danni.
Quando ci passo sto con gli occhi bassi…
Idda che fa? Mi arriconosce e mi cafudda un colpo
Accussì, per confidenza,
e sospensione me ne scassa menza.
Avantieri passai e non sentii niente…
Che dispiacere! Tornai precipitosamente
“Vuoi vedere che la tapparono, ‘sti disgraziati”?
Ma quannu mai!
Erano due carri armati
Ca dintra ‘a scaffa s’avevano sdirrupati.
Lei era la, bedda e sciacquata,
che mi guardava, tutta innamorata
“.

Scaffe di famiglia

Ma noi, come ci ha raccontato pure Renzino Barbera, alle nostre scaffe ci affezioniamo. Dopo un pò, diventano scaffe di famiglia. Infatti, festeggiamo loro pure il compleanno.

Compleanno di una "scaffa" in via Generale Cantore
Compleanno di una “scaffa” in via Generale Cantore – Palermo, 2014

Quindi, come avverte il cartello fotografato dal Petix, stiamo sempre accura: “Accura a scaffa!

Dove si trova?


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