I mitici “babbaluci ri Chiluzzu” sono una delle specialità che rappresentano un vero marchio di fabbrica, una garanzia di qualità offerta della famosa ditta Biondo, nella sua sede storica situata presso la piazza della Kalsa a Palermo.
La storia
Per i non palermitani va precisato che la Kalsa, (o “Ausa” nello “slang” del luogo), è un quartiere antichissimo che si affaccia sul mare del Foro Italico, in prossimità della porta dei Greci. Si tratta di un quartiere formatosi da un insediamento risalente addirittura al periodo della dominazione islamica di Palermo (831 – 1072), i quali vi fondarono la Kalisa (al-Halisah, l’eletta), cittadella dell’emiro.
La Kalsa, porto di mare
La zona, chiamata anche Tribunali, per la vicinanza dell’antico Tribunale dell’inquisizione che aveva sede nel vicino palazzo Steri, era quello che si dice un vero “porto di mare”, proprio per la vicinanza del mare e del porto, e la prossimità con il cosiddetto quartiere musulmano degli schiavoni, (in arabo “al harat as-saqalibah“).
Infatti, per il particolare posizionamento, la zona era sempre popolata da una moltitudine di persone sbarcate nel vicino porto: mercanti, affaristi, marinai e viaggiatori. Gente proveniente da ognidove.
Grazie a questo aspetto, nel quartiere si è sviluppato un dialetto che è il risultato secolare di un mix di lingue, anche molto diverse tra loro, che mescolandosi con il siciliano hanno generato delle peculiarità linguistiche tutt’ora presenti in loco. Un vero a proprio “slang” come direbbero gli inglesi. Un dialetto che alcune fonti non ufficiali riportano con il nome “ausitanu“.
Chiluzzu e i Babbaluci
Ma torniamo ai nostri babbaluci (lumache per i non siciliani).
Nella nota piazza, la friggitoria Chiluzzu (Chiluzzo nella realtà, così come recita l’insegna) è da sempre una solida istituzione. Certamente una tra le più antiche e rinomate della nostra città. Senza dubbio un’attività che rientra a pieno titolo tra le cosiddette “insegne storiche” di Palermo.
Fondata dalla famiglia Biondo nel 1943, ad oggi ha mantenuto la sua vecchia identità fatta di cose semplici: un paio di tavolini, alcuni ombrelloni e un bancone con l’immancabile “paridduni cu l’uogghiu vugghienti“.
Tutto qui. Ma dietro a questo apparente “poco” ci sta tanta tradizione.
Ancora oggi, dopo quasi 80 anni di intensa attività, chi va da Chiluzzu, sa di mangiare il “paninu chi panielli e cazzilli” più buono della città.
U Re ri babbaluci
Ma, d’estate, i suoi famosi “babbaluci” sono il prodotto preferito. Specialità che per gustarla, in tempo di “Fistinu“, tocca prendere il numeretto per il turno. E solo allora vi accorgerete del perchè si chiama “u Re ri babbaluci”.
Infatti, occorre armarsi davvero di tanta pazienza nell’attendere il proprio, in fila, assieme ai tanti palermitani attaccati al tradizionale sodalizio di sapori dell’antica tradizione “Babbaluci & Muluni russu agghiacciatu“.
Una “combo” tutta palermitana, da annaffiare con fiumi di birra, rigorosamente “atturrunata”. Rito che molti miei concittadini amano ripetere ogni anno, e a cui difficilmente rinuncerebbero.
La famiglia Biondo gestisce anche un’attività di rivendita di frutta e verdura fresche, proprio attaccata alla storica friggitoria.
Nelle prime due foto Nino Biondo, “u Re ri babbaluci” recentemente scomparso. Nell’ultima, qui sopra, uno dei nipoti, grazie ai quali la tradizionale attività di famiglia continua.
Dove si trova?