Con “L’ultima vara i Sannuminicu” torna a trovarci la nostra amica Anna Citta che stavolta, ci parlerà di una bellissima metafora che esprime il concetto di puntualità, pressochè inesistente, di noi siciliani. Ma, questo è solo l’inizio perchè Anna ci parlerà di alcuni modi di dire, che avremo certamente sentito, ma di cui non tutti conosciamo l’esatto significato. Leggiamo insieme cosa ha da raccontarci la nostra amica, dalle pagine di Amici di Cara Palermo.
La storia
E tirituppiti e tiritappiti sunnu paruoli iccati o vièntu. Mi susiu na matina e mi passaru pi la testa paruóli antichi. Vi ricurdati lu mottu anticu: “l’ultima vara i Sannuminicu?” Chi voli riri?
L’ultima vara i Sannuminicu
Dovete sapere che durante la processione del festino a Palermo, l’ultima vara, in ordine gerarchico tra i fercoli era quella con la statua i Sannuminicu. Era cosa assai conosciuta che si tradusse in proverbio per indicare quelle persone che non arrivano mai puntuali, e noi siciliani, si sapi, da tutte le banne, non siamo mai puntuali.
Dovete sapere che quando fissiamo un appuntamento lo facciamo per approssimazione, veni a diri: “ci vediamo verso le cinque di pomeriggio”. Quando finalmente arriviamo in ritardo si esclama con ironia: “Mih, e chi si l’ultima vara i Sannuminicu!” Chistu è unu.
L’astracu
E l’avutru qual’è? L’avutru è un modo di dire nostrano che ricorderete tutti: “viririsilla i lastracu”. Chi bbeni a ddiri? Si racconta che in Sicilia, ai tempi antichi, c’era la possibilità di osservare dai balconi le liti frequenti che scoppiavano nei vari quartieri.
L’astracu era il terrazzo da dove osservare senza esserne coinvolti. La parola viene dal greco òstraka che tradotto significa cocci di terracotta, erano quei cocci che pavimentavano l’astracu. E quindi, chi significatu avi sta cuòsa?
Si dice accussì per indicare quelle persone che assistono indifferenti a qualcosa, egoisticamente, senza prendere una posizione, insomma si fannu i fatti sua. A ddu puntu, sa virinu i lastracu. Ecco svelato l’arcano mistero.
Spuògghiati e va cuiccati
Mi ricordu ancora: “spuògghiati e va cuiccati” ossia rinuncia a tutto quello che avevi in mente di fare e vai a dormire. Di solito usato come consiglio per evitare ulteriori guai. Assai cuosi diciamo senza renderci conto del significato, a volte celato, a volte canusciutu. Se dite: “i matrimoni puittati sunnu cuòmu i ruobbi arripizzati” voi che significato ci date? Ca certo che è accussi!
Struògghi stu ruppu
I matrimoni combinati non hanno storia lunga e vengono paragonati, con una similitudine, ai vestiti rattoppati e non nuovi. E se dite: “struògghi stu ruppu” chi vuòli riri? In qualche discussione difficile sta a significare la risoluzione del problema, sciogliete questo nodo.
E se dici: ‘cu tièmpu e ca pagghia maturanu i zuòibbi’ vuoi dire che col tempo le cose si risolveranno. Potremmo continuare all’infinito ma pi steinnata finiu e chiddu ca voli Diu!