Reginelle o cazziteddi ri parrinu?

Reginelle o cazziteddi? Vi siete mai chiesti perchè i biscotti di Regina hanno questo nome?

Regina o reginelle, perchè in realtà sono almeno due i nomi con cui comunemente indichiamo questi prelibati biscottini al sesamo, almeno a Palermo.

Ma esiste una terza denominazione, anche questa molto popolare, che li vuole: “Viscuotta ‘nciminati“.

Reginelle
I famosi bisocottini Reginella o “viscuotta ‘nciminati” palermitani

La storia

Pare che Carolina d’Asburgo, moglie di re Ferdinando IV di Napoli e III di Sicilia, quando si trovava a Palermo andasse spesso a far visita alle suore del monastero di Santa Caterina, in piazza Bellini, proprio alle spalle della piazza Pretoria con la sua splendida fontana.

Il motivo di queste frequentazioni era dovuto al fatto che le monache del noto convento erano notoriamente specializzate nel produrre dolci; prelibatezze che avevano conquistato pure i regali palati.

Il monastero di Santa Caterina
Il monastero di Santa Caterina nella piazza Bellini, a Palermo

Ma, come tutti i regnanti, la regina non andava mai in giro da sola, piuttosto si presentava alle porte del convento con un nutrito seguito, che soleva accompagnarla ed accudirla in tutti i suoi spostamenti.

Però, sembra che la madre superiora del convento non fosse esattamente entusiasta di queste frequenti visite.

E già, perchè l’etichetta dell’ accoglienza delle personalità, tra le formalità degli onori di casa, prevedeva anche un generoso assaggio delle delizie prodotte, da offrire a ciascuno degli ospiti. Delicatezza, nei confronti di questi ultimi, da sempre adottata nel monastero.

Ciò, però comportava il dover nutrire – a gratis – ogni volta, e con dolci raffinati, anche il gran numero di persone del reale seguito. E questa cosa, era vistosamente maldigerita dalla superiora del convento.

Le Reginelle nacquero così

Fu così che un bel giorno, l’astuta suora madre decise di offrire in omaggio, anzichè la solita ricca portata di dolci sopraffini, dei semplici biscotti di pastafrolla ricoperti di sesamo. Questi erano sicuramente buoni, ma decisamente meno laboriosi e, soprattutto, meno costosi da realizzare.

Incredibilmente la regina ed il suo seguito rimasero entusiasti della bontà di quei biscotti, che non avevano mai gustato prima di allora. Tanto che sua altezza chiese alla superiora quale fosse il nome di queste prelibatezze.

Reginelle o cazziteddi?

La risposta le fu data a bassa voce: “cazzitieddi ri parrinu… ehmm… biscotti della regina“, si corresse subito la suora, per non turbare la sensibilità di sua maestà.

Da quel momento, decantati dai sovrani e dal seguito reale, i biscotti di Regina o Reginelle, apprezzatissimi, si diffusero in tutta la regione.

Oggi, anche se con nomi un po’ diversi: “Viscuotti ca giuggiulena” nella sicilia orientale, e “Viscuotta ‘nciminati” o “Reginelle“, che dir si voglia in quella occidentale, li troviamo sempre freschi e fragranti in tutti i panifici della nostra splendida isola.


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