I segreti ru varbieri

I segreti ru varbieri erano un pò come i segreti di pulcinella, ma…

Tanti anni fa, quando non svolgevano la loro attività a domicilio da ambulanti, con una borsa legata con lo spago contenente tutti i ferri del mestiere, i varbieri esercitavano la loro professione nella loro bella sala da barba. Questa, specialmente il sabato, ma anche la domenica mattina, era gremita di clienti in attesa del loro turno, tra rumori di phon e odor di brillantina.

i segreti ru varbieri
Un’affollata sala da barbe negli anni ’50

Anche oggi è più o meno così. Tranne che la domenica. Ma solo perchè adesso, quelli che un tempo si chiamavano “saloni”, non osservano più l’apertura domenicale.

La storia

La sala da barba era una sorta di templio, ed il barbiere una specie di amico-consigliere. Lui era sempre pronto a chiedere dei tuoi fatti, e ligio a dispensare consigli e suggerimenti su questo o quell’altro argomento. Il barbiere era come un confessore.

E poi, è risaputo, il barbiere ha sempre avuto la risposta a tutto. Qualunque fosse la natura del tuo problema lui, tirava fuori la soluzione, come un baro tira fuori un asso dalla manica o, un mago, il coniglio dal cilindro. Dal foruncolo sul naso, alla cambiale che stava per scadere, lui sapeva certamente cosa fare, cosa suggerire. Un pò come l’amico meccanico della famosa canzone di Battisti, ma con in mano forbici o rasoio, al posto del cacciavite.

Alla fine, il barbiere sapeva tutto di tutto, e anche di tutti… funzionava così.

Però era piacevole trascorrere spesso anche alcune ore dal barbiere. Era un bel momento di socializzazione. Si parlava di calcio e di canzoni, di donne e di politica con gli altri clienti in attesa che ti erano più o meno conosciuti. Ma pure dell’ultima follia di Vincenzino (il capatosta del quartiere) che era stato beccato in flagrante mentre si “futtieva” un fustino di Dash che lo zio Carmelo aveva esposto davanti al suo negozio di detersivi, appena 100 mt più avanti.

Insomma, il tempo trascorreva piacevolmente, mentre Tony faceva “barba e terzo grado” al cliente di turno e, tutti gli altri, in attesa, facevamo a gara a chi le sparava più grosse sulle proprie epiche imprese. Vi risparmio il tema degli argomenti toccati e i particolari, che lascio alla vostra fervida immaginazione.

Dal barbiere era sempre così, almeno a mia memoria non è mai cambiato nulla… forse solo l’arredamento.

Comunque, spesso il barbiere è quello che ti accompagna per quasi tutta la vita. In pratica, sa tutto di te. Lo scegli una volta e non l’abbandoni più… diventa il custode dei tuoi segreti, l’amico fraterno, come lo era “u rizzaru di Mondello”: uno e per sempre.

Oggi parleremo di uno di quei segretucci (per modo di dire) che noi maschietti nascondevamo alle nostre signore, tornati a casa dopo la puntatina dal barbiere. Ma sono assolutamente certo che loro adesso sorrideranno. Perchè? E’ presto detto: a nostra insaputa, sapevano tutto, avevano le prove che trovavano nelle tasche delle nostre giacche, ma lasciavano correre. Almeno in qualche caso😁

E, allora, mettetevi comodi/e:

Dagli anni ’10 e almeno fino agli anni ’80 del ‘900, il personale delle sale da barba, al termine del servizio richiesto e soprattutto nel periodo delle festività natalizie, presa la mancia, usava dare in omaggio ai propri clienti un piccolo e innocente calendarietto profumato, contenuto in una bustina di carta lucida, semi trasparente.

I segreti ru varbieri

Si trattava di veri tascabili, dalle copertine finemente illustrate e rilegati con un elegante fiocchetto di cotone colorato, spesso di rosso.

Questi calendarietti, oggi oggetti per collezionisti, hanno accompagnato una interessante porzione della storia del nostro paese, in un arco di tempo che va dalla Belle Epoque, passando per il periodo del boom economico, fino alla cosiddetta “generazione X”.

I soggetti rappresentati erano svariati, ed andavano dall’elenco delle opere di Puccini alle immagini di paesaggio. Tra queste vi erano le cosiddette “Vedute Italiche”, molto comuni un tempo, fino alla foto della squadra di calcio del cuore. A volte, erano confezionati per veicolare la pubblicità di un qualche prodotto, e così via per tanti altri soggetti.

Curiosità: nel cosiddetto “ventennio” divennero anch’essi strumento di propaganda, riportando fasci littori, aquile romane, frasi tipiche o, a volte, riproduzioni di immagini d’autore in stile futurista, molto in voga in quel periodo e oggi parecchio ricercati dai collezionisti.

Ma, senza dubbio, a riscuotere il maggior successo tra i clienti dei “saloni” erano quelli che avevano come soggetto di copertina figure e foto femminili. A volte anche di personaggi più o meno famose del cinema, ritratte “senza veli”.

Così star, starlette e ammiccanti pin up venivano proposte in copertina, più o meno svestite, e riprese in svariate pose. E si andava dalle immagini più caste ed eleganti ad altre particolarmente osè e, in qualche caso, anche molto, molto di più.

Ricordo che già da bambino mentre ero seduto sul classico cavalluccio per il taglio dei capelli, in un salone vicino casa, notavo spesso il barbiere porgere qualcuno di questi graditi omaggi agli adulti presenti, i quali, dopo averli annusati con una certa soddisfazione – senza essere visti – ?? 🙄😁- li infilavano subito in tasca, nel maldestro tentativo di non venire scoperti dai figli che, proprio come me, capivano tutto (o quasi) ma facevano finta di niente… al limite arrossivamo solo un pò.
Questi erano i segreti ru varbieri.

Tralasciamo i commenti coloriti che ogni tanto trapelavano, e i bollenti particolari sul tema, questi a volte appena accennati o pseudo-mimati, da qualche cliente particolarmente focoso (scene cui spesso si assistiva in questi luoghi di perdizione 😄).

Voglio proporvene alcune di queste immagini, ma solo quelle più caste e qui pubblicabili senza rischiare un intervento censorio e, grazie alle quali, molti tra noi potranno tornare indietro nel tempo e, magari, ricollegare il ricordo di un bel periodo della propria vita. Giusto alcune di epoche molto diverse.

Adesso si dirà che, a quei tempi, queste cose dal barbiere le vedevo solo io 🙄

Mi viene da pensare anche ai calendari “osè”, solitamente attaccati alle pareti delle officine dei meccanici auto /moto, ma… questa è un’altra storia.


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