Le cupole rosse di San Cataldo

Le famose cupole rosse di Palermo in realtà non sono arabe, ma normanne. E, come se non bastasse, in origine non erano affatto rosse.

Cupole rosse
Le cupole rosse della chiesa di San Cataldo – Palermo, 2010 – patrimonio UNESCO (© Angelo Trapani)

Sembrerà strano ma Palermo, così come l’intera Sicilia, fatta qualche rara, e non ben documentata eccezione, non conserva più reperti originali della secolare dominazione araba (831 – 1072). Piuttosto, solo una combinazione di elementi architettonici bizantini con ornamenti in “stile” arabo.
In altre parole, il cosiddetto stile arabo-normanno, che è una sintesi dei vari stili architettonici già preesistenti in Sicilia.

La navata della chiesa di San Cataldo - Patrimonio UNESCO
(User:Matthias Süßen, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, via Wikimedia Commons)
La navata della chiesa di San Cataldo – Patrimonio UNESCO
(User:Matthias Süßen, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, via Wikimedia Commons)

Queste edificazioni furono realizzate dai normanni (Ruggero II in testa) dopo la cacciata degli islamici dalla nostra terra (successivamente al 1072). Anche se, ad onor del vero, per la loro realizzazione, furono utilizzate maestranze di origine araba, che realizzarono i manufatti con le influenze stilistiche dei loro architetti. Queste, molto gradite dai normanni.

Le cupole rosse

Altra curiosità riguarda il colore delle cupole. Ebbene, tanto quelle della chiesa di San cataldo (1154), come quelle di S. Giovanni degli Eremiti (1132), erano ricoperte da un intonaco impermeabilizzante costituito a base di calce, sabbia e frammenti di laterizi di cotto.

Questo impasto era in origine di un colore bruno, che grazie alla forza del tempo e degli agenti atmosferici, si trasformò in un anonimo grigio.

Con il restauro nasce il colore rosso

Dei primi lavori di restauro delle cupole, nella seconda metà dell’Ottocento, venne incaricato l’architetto palermitano Giuseppe Patricolo. Questi, secondo suo personale gusto interpretativo, dopo un lungo e laborioso lavoro di restauro (1878-84), fece rivestire di intonaco rosso vivo sia le cupole di San Cataldo, che quelle di San Giovanni degli Eremiti.

Il risultato del suo lavoro donò luce ad uno splendido esempio di “stile” arabo (oggi comunemente radicato come “originale arabo”, ma solo nella nostra immaginazione).

Di fatto il Patricolo diede vita, – ma solo dopo il 1882 – e probabilmente a causa di un errore interpretativo del colore originale, al bellissimo contrasto cromatico tra il rosso delle cupole e l’azzurro intenso del nostro cielo. Effetto che è ormai famoso in tutto il mondo.

Quindi dobbiamo a lui la loro esistenza. E dovremmo essere davvero molto grati al grande architetto palermitano che, a fine ‘800, ha fatto questo meraviglioso regalo alla città, oggi meta di visitatori da tutto il mondo.

Patrimonio UNESCO

Le chiese di San Cataldo e di San Giovanni degli Eremiti, con le loro cupole rosse, sono diventate simboli iconici della città di Palermo.
Dal 2015 fanno entrambe parte del Patrimonio Unesco, assieme all’intero percorso arabo-normanno che si snoda tra Palermo, Monreale e Cefalù.

La chiesa di San Cataldo – Palermo – Patrimonio UNESCO

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