I cannoli di Piana

I cannoli di Piana – o, meglio, in siciliano: “i cannuola ra Chiana“.
Carnevale è appena finito ma, c’è sempre tempo e voglia per parlare di cannoli siciliani. Delizia dolciaria tipica e inimitabile della nostra regione.

Cannoli di PIana degli Albanesi - Palermo
Onofrio Scaduto, CC BY-SA 3.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0, via Wikimedia Commons
Una bella presentazione dei famosissimi cannoli siciliani
(Onofrio Scaduto, CC BY-SA 3.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0, via Wikimedia Commons)

In Sicilia, non esiste carnevale senza i cannoli: tipico dolce della tradizione che le nostre nonne preparavano soprattutto in occasione di questa ricorrenza.

Oggi, i cannoli si consumano in qualsiasi occasione… basta semplicemente recarsi in pasticceria e … molto banalmente acquistarli!

Ovviamente i cannoli hanno da tempo oltrepassato i confini dello stretto, così come quelli nazionali, tanto da poter essere gustati anche in alcuni locali, gestiti da nostri conterranei, pure America. E, a quanto pare, anche nella lontanissima Australia.

E quindi, possiamo affermare che, grazie al cannolo ed alla cassata, noi siciliani siamo riconosciuti come portatori di cose buone nel mondo… una volta tanto!

Nella zona del palermitano, parlare di cannoli significa pure parlare di Piana degli Albanesi, o meglio: “ri cannuola ra Chiana“, apprezzatissimi in città. Si tratta di un luogo dove il cannolo, che nella lingua arbëreshë diventa “Kanojët“, è il dolce “bandiera” della tradizione dolciaria locale.

Però, ad essere sinceri, i cannnoli di Piana condividono questo primato con altre specialità tipiche del posto. Tra le tante: i “Petullat” che sono delle sfingette rotonde condite con zucchero e cannella, e i “Të plotë“, buccellati ripieni di marmellata di fichi… di una bontà che non si può descrivere a parole. E tante altre che, solo a pensarci, il mio tasso glicemico schizza alle stelle!

Gli albanesi, e tra questi dei bravissimi pasticceri ma più in generale degli ottimi cuochi, ma pure fornai, che hanno saputo unire la cucina tipica siciliana con quella tradizionale delle loro origni, realizzando mix di sapori che non hanno pari.
E soprattutto chi abita nei dintorni, ed ha potuto assaggiare qualcosa, sa di cosa sto parlando.

La storia

Piana degli Albanesi è il centro più importante e noto di albanesi arbëreshë in Sicilia. In questo luogo, quasi alle porte di Palermo, da secoli risiede quella che storicamente è forse la più popolosa comunità albanese d’Italia.

Piana è una piccola e ridente località abitata da poco meno di 6000 anime, che si adagia su di un piano, costellato dai colli della provincia di Palermo, a circa 700 mt slm.

Cartello bilingue a Piana degli Albanesi
(Gspata, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, via Wikimedia Commons)

Fino al 1941 la zona era chiamata Piana dei Greci, per il rito religioso greco-bizantino professato dai suoi abitanti.

Il lago di Piana degli Albanesi
(Public domain, via Wikimedia Commons)

Si tratta in effetti di una comunità, di origini greco-albanesi, insediatasi a partire dal XV secolo in questa porzione di territorio, come in altre regioni del sud Italia. Una comunità che ha mantenuto pressoché intatti l’uso di un’antica lingua, così come i caratteristici e raffinatissimi costumi popolari tradizionali, cui fanno sfoggio soprattutto le donne, in occasione delle sfilate organizzate per le festività.

I cannoli

Ma, torniamo a parlare dei cannoli in generale e poi vedremo la specificità di quelli prodotti a Piana.

Sulle loro origini, interne alla Sicilia, non me ne vogliano i tanti “esperti”, ma preferisco sorvolare. Questo perchè significherebbe impelagarsi in una discussione senza fine, simile alla storica contesa sull’ Arancina o Arancino? Quindi, senza necessità di impegnare la già indaffaratissima Accademia della Crusca, mi terrò lontano da questo terreno minato.

Come nascono i cannoli di Piana?

Cominciamo col dire che, in origine, la cosiddetta scorza (scuoccia in siciliano) che costituisce la struttura esterna del cannolo, a prescindere dai natali geografici, veniva preparata avvolgendo la sua pasta nel fusto di una canna palustre, in modo da raggiugere la tipica forma cilindrica.

Quindi, dalla “canna” l’origine del nome “cannolo”.

La canna vegetale di fiume oggi, per questioni di praticità, è quasi sempre sostituita con delle sezioni tubolari di acciaio inox o dei cilindri in teflon che comunque garantiscono ottimamente la funzione.

La “scuoccia” viene messa in padella e fritta nello strutto bollente assieme al tubo che la sostiene. Terminata questa fase, e raffreddata, la si imbottisce con crema di ricotta freschissima con l’aggiunta di granella di cioccolata.

Infine il cannolo viene tipicamente cosparso di zucchero a velo e quindi decorato con una scorza di arancia e due mezze ciliege candite alle estremità.

Successivamente sono nati ripieni a base di creme di cioccolata o di pistacchio ma, queste sono solo una “scoperta” più recente.

Il segreto

A Piana, grazie ad una ricetta tenuta segreta dai pasticceri locali, riescono a produrre una scorza di una fragranza che non ha pari. Questo pregio, unitamente alle dimensioni proverbialmente generose ed all’uso di un’ottima ricotta locale freschissima, rendono il prodotto davvero unico.

Se non l’avevate già, vi ho appena fornito una buona ragione per fare una gitarella domenicale a Piana degli Albanesi dove, oltre a godere delle meraviglie del paesaggio circostante, potrete gustare quello che sicuramente rappresenta il meglio della pasticceria tradizionale siciliana.

Dove si trova?


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