L’Isula ri Fimmini

L’Isula ri Fimmini (Isola delle Femmine). Tra miti e leggende un’isoletta dal fascino misterioso, il cui nome ed i suoi straordinari tramonti hanno da sempre fatto fantasticare chi l’ha visitata o, anche, semplicemente osservata dalla costa.

La silhouette di Isula ri Fimmini al tramonto (© Angelo Trapani)
La silhouette di Isula ri Fimmini al tramonto (© Angelo Trapani)

Ma, quando parliamo di Isola delle Femmine, nel palermitano chiamata brevemente Isula, occorre subito fare delle distinzioni geografiche, quantomeno a beneficio di chi non è del luogo.

Sulla costa nord-occidentale della Sicilia a circa dieci miglia da Palermo, oltre il golfo di Sferracavallo, c’è il comune di Isola delle Femmine. In pratica un luogo chiamato isola ma che, in realtà, un’isola non è. Si, perchè il suo nome è mutuato – o meglio condiviso – con quello del prospicente isolotto.

La storia

Istituito nel 1855, il comune ha una superficie di 3,54 km² e conta una popolazione residente di 7.056 abitanti (nel 2021). Le sue origini recenti sono quelle di un piccolo villaggio di pescatori, posizionato ai margini di una grande costruzione feudale del conte di Capaci.

Successivamente, Isola delle Femmine, divenne a tutti gli effetti una borgata marinara. Oggi, indiscutibilmente, è un importante centro turistico e di villeggiatura.

Tra le mete balneari preferite dai palermitani, e non solo, il territorio di Isola può vantare l’esistenza di un’importante riserva naturale marina e terrestre.

Le tracce dell’uomo

La presenza dell’uomo in questa zona risale al periodo preistorico, infatti, sono molti i reperti e le incisioni ritrovate nelle varie grotte esistenti nei pressi del sito. All’incirca tre mila anni fa, proprio tra Isola delle Femmine e la vicina Carini, il popolo dei Sicani vi fondò il primo insediamento schiamato Hykkara. E uno dei villaggi facenti parte di questo agglomerato si trovava molto probabilmente nel territorio di Isola delle Femmine. Anche dell’epoca romana, vi sono tracce di insediamenti stabili. Risulta accertato che, proprio in quel periodo, in zona si producesse un preparato a base di pesce: il Garum.

Negli anni ’80, sono stati rinvenuti sul luogo i resti di alcune vasche, probabilmente utilizzate per la produzione del Garum. Oltre a queste, anche delle cisterne in pietra risalenti all’età della seconda guerra Punica, (218 – 202 a.C.), quasi certamente utilizzate per la raccolta dell’acqua.

Mentre in mare, nelle acque prospicenti l’isolotto è stato recentemente ritrovato il relitto di un vascello romano risalente al II sec a.C., con un carico di numerose anfore ancora intatte. Forse contenevano il famoso Garum?

Il Garum

Nell’antica Roma, il Garum era un condimento molto richiesto. Come accennato questo si otteneva dalla macerazione di alcuni tipi di pesce, e veniva utilizzato come prelibato condimento per preparare i piatti più raffinati, serviti sulle nobili tavole delle case patrizie.

Ne esistevano vari tipi: il migliore e più ricercato era certamente il “Garum excellens”, ottenuto dalla macerazione di alici e ventresca di tonno; poi, il “Garum Flos Floris”, da un mix di sgombro, alici e tonno; e infine, il “Garum Flos Murae”, ottenuto dalle murene, ma sempre molto apprezzato per il suo gusto fortemente salino e pungente.

Il nome di Isola delle Femmine

Va ricordato che il nome “Isola delle Femmine”, è di origine incerta. Questo aspetto ha sempre esercitato un certo fascino e destato curiosità nei suoi visitatori. Tra il mito e la leggenda, sarebbero più d’una le ipotesi, tra queste una è la più accreditata, circa le origini attribuibili al suo nome, ed al significato di quest’ultimo. Mi limiterò ad elencarne alcune qui di seguito:

  • Una prima ipotesi individua l’origine del nome dell’isola e della borgata a terra in Insula Fimi (Isola di Eufemio) dal nome del governatore bizantino della Sicilia sulla quale esercitò la sovranità (823- 828).
  • Altra, è quella riconducibile agli abitanti del luogo che chiamavano “Isula di fuora” l’isoletta vicinissima alla costa e dalla forma triangolare.
  • Secondo Camillo Camiliani il nome di “Isola delle Donne” era da ricondurre alla memoria del galeotto fiorentino Aurelio Scetti (1565-1577). Il quale, condannato per aver ucciso la propria donna, finì deportato sull’isolotto in questione, dove terminò i suoi giorni.
  • Ancora, “Isola e tonnara di Feme” (“Feme”, parola di origine araba che indicava uno stretto passaggio, come quello esitente tra l’isolotto e la terraferma). Così si legge in una carta borbonica del 1851 che parlava del territorio e della sua tonnara. E questa è l’ipotesi più realistica.
  • Quella più fantasiosa, e certamente tra le più antiche, ci giunge da Plinio il Giovane (61-114 dC) che parlò di bellissime fanciulle che abitavano la piccola isola, a volte offerte in premio ai guerrieri più arditi.
  • Altra versione, le cui origini si perdono nella notte dei tempi, ma abbastanza diffusa tra la gente del luogo, è dovuta ad una leggenda che narra di tredici donne turche in esilio, che vissero da sole per sette anni nella torre. Poi, fuggite, e unitesi agli uomini del vicino borgo di Capaci, fondarono l’insediamento di Isola delle Femmine.

E queste, probabilmente, non sono neanche tutte. Insomma, sull’argomento tra ipotesi verosimili e fantasiose ce n’è di carne al fuoco! Le storpiature del nostro dialetto, poi, hanno fatto il resto.

Le torri gemelle di Isola delle Femmine

Tra il XV ed il XVI secolo, a difesa del territorio, furono edificate due torri di avvistamento, delle quali una a due piani posta sulla terraferma. Entrambi costituivano i baluardi di difesa contro le incursioni dei pirati.

Le due torri di Isola delle Femmine
Le due torri di Isola delle Femmine

La Turri ‘nterra

La cosiddetta “Turri ‘n terra” unitamente alla sua gemella, di cui parleremo appresso, faceva parte del sistema difensivo delle coste siciliane.

Di pianta circolare è stata costruita in conci di tufo nel XV secolo, su una piccola altura lungo la costa, forse su un impianto preesistente con analoghe finalità. Questa era posta a guardia della tonnara (XII sec) che sorgeva nei pressi. La torre era armata con una colubrina e presidiata giorno e notte da 4 guardie di vedetta. Ancora oggi esistente, il suo restauro è stato disposto nel 2021 con fondi europei. E’ possibile visitarla recandosi in loco.

La Turri a mari

L’altra, detta la “Turri a mari”, oggi quasi del tutto diruta, risale al 1580. La sua edificazione è attribuita all’architetto Camillo Camilliani, lo stesso che lavorò alla Fontana Pretoria di Palermo, dopo aver conseguito la specializzazione in ingegneria militare. A lui si devono i numerosi progetti e la realizzazione di torri e fortificazioni ancora oggi esistenti e sparse lungo le coste siciliane.

La torre, a base quadra, con mura spesse oltre due metri e coronata dai tipici merli, si trova nel punto più alto della cosiddetta “Isola di Fuori”. La sua costruzione si rese necessaria perchè la scogliera dell’isolotto, nel suo lato rivolto al mare aperto, presenta due ampie insenature con acque abbastanza profonde, non visibili dalla costa. Questa particolarità orografica costituiva un problema, perchè di fatto offriva un ottimo riparo alle navi dei pirati, facilitando, come avvenne più volte, gli assalti a sorpresa.

Turri a mari - Isula ri Fimmini (© Angelo Trapani)
Turri a mari – Isola delle Femmine (© Angelo Trapani)

Seguirono secoli di varie vicissitudini che videro gli abitanti di Isola, malgrado l’esistenza delle torri messe a guardia, spesso vittime degli attacchi dei pirati turchi.

L’emigrazione a Pittsburg

Attorno agli anni trenta del ‘900, i flussi migratori in partenza da Isola delle Femmine aumentarono notevolmente, e Isola cominciò a spopolarsi. Ciò era dovuto in buona parte al fatto che i suoi abitanti, quasi tutti pescatori, non riuscivano più a pescare, perchè i fondali della costa erano stati impoveriti da un tipo di pesca distruttiva, allora abbastanza comune, che contemplava anche l’uso di esplosivi.

Si aprirono così, anche da Isola, quei flussi migratori che hanno visto in quel periodo i nostri nonni fuggire via dalla Sicilia. Flussi che spesso avevano come meta l’America e in particolare la California, dove la gente proveniente da Isola si insediò prevalentemente nel borgo di Black Diamond, nell’odierna Pittsburg.

I natali del grande Joe Di Maggio

Tra questi, nel 1902 la famiglia di Joe Di Maggio, il più grande giocatore di Baseball Americano, un vero mito. Joe fu tra i mariti di Marilyn Monroe (secondo dei i tre). Partita da Isola delle Femmine, la sua famiglia approdò a Martinez, cittadina della California, nei pressi di Pittsburg.

Joe Di Maggio con la moglie Norma Jeane Mortenson Baker Monroe (Marilin Monroe)
Macfadden Publications New York, publisher of Radio-TV Mirror, Public domain, via Wikimedia Commons
Joe Di Maggio con la moglie Norma Jeane Mortenson Baker Monroe (Marilyn Monroe)

In tempi recenti, per onorare i tanti isoloti emigrati in America, si è stretto un gemellaggio tra il Comune di Isola delle Femmie e la città di Pittsburg.

L’Isula ri Fimmini

Come abbiamo visto, il comune di Isola delle Femmine, condivide e forse mutua il suo nome dal prospicente isolotto. Ma, adesso, parliamo un pò di quest’ultimo

Isola delle Femmine ed il suo isolotto
Isola delle Femmine ed il suo isolotto

L’isolotto

Quindici ettari di rocce e arbusti meditarranei, soprattutto mandragora e ginestre, popolati da gabbiani reali e da una notevole colonia di conigli selvatici, introdotti dall’uomo. Distante solo trecento metri dalla terraferma, è da lunghissimo tempo vittima dell’incuria e dell’abbandono.

La sua torre, versa ormai nello stato di fatiscenza da rudere diroccato qual’è.

A questo hanno contribuito certamente il tempo e l’incuria, ma il lavoro di distruzione è stato portato a termine dalle prove di tiro fatte dalle navi americane, nel periodo bellico. Navi che che utilizzarono ciò che restava della torre, come un bersaglio su cui allenare i militare a sparare con i cannoni di bordo.

Turri a mari - Isula ri Fimmini (© Angelo Trapani)
Turri a mari – Isola delle Femmine (© Angelo Trapani)

A causa di ciò la torre è stata trasformata in rudere, di cui resta quasi intatto soltanto il muro che si affaccia sulla ripida scogliera del versante nord.

Nell’Isola ri Fimmini, come già detto, era presente la vegetazione tipica della macchia mediterranea ma l’intervento dell’uomo ne ha modificato l’aspetto praticandovi la pastorizia fino in tempi recenti.

La riserva protetta

L’isolotto di Isola delle Femmine e il mare circostante, nel 1997, sono stati riconosciuti area di interesse naturale e paesaggistico grazie ad un provvedimento regionale che ha solo anticipato un più recente Decreto Ministeriale che ne sancisce la protezione.

AAA Isola vendesi

E’ notizia di alcuni anni fa che gli eredi del conte di Capaci ne reclamino la proprietà. Purtroppo non sono in possesso di notizie circa l’esito di una probabile azione di rivendica del possesso, tuttavia, sembra che gli eredi abbiano già formalizzato questa pretesa con la messa in vendita del bellissimo isolotto.

Infatti, attraverso un annuncio di vendita, pubblicato da un’agenzia immobiliare, hanno dichiarato la loro l’intenzione a vendere. Il prezzo, se ben ricordo, si aggirava inizialmente attorno ai quattro milioni di euro.

L’Isula ri Fimmini in vendita?

Concretamente, malgrado ci siano state alcune manifestazioni di interesse, la vendita non si è mai conclusa, anche perchè, sull’isola grava il vincolo di inedificabilità, in quanto oltre ad essere area di interessse naturalistico (come già visto), ricade nella riserva marina protetta di Capo Gallo e Isola delle Femmine, istituita dal sopra citato decreto ministeriale del 24 luglio 2002.

Di fatto, a distanza di qualche anno, ho potuto constatare che l’annuncio sul sito dell’agenzia immobiliare è sempre online, ma adesso ad un prezzo più che dimezzato (forse per mancanza di acquirenti?)

Ad ogni buon conto, l’annuncio è qui 👉AAA Isola delle Femmine vendesi potrete verificare con i vostri occhi. Oppure, se siete interessati all’acquisto …

Dove si trova?


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