Santa Eulalia martire era sentitamente venerata dalle comunità catalane ed aragonesi insediate a Palermo. La festa in suo onore è celebrata il 12 febbraio.
La storia
Nell’ XI secolo in seguito alla riconquista normanna, esponenti di potenti casati nobiliari catalani giunsero in città, e tra il XII ed il XIII sec vi fondarono la loggia della Corona di Aragona.
Questi, furono successivamente seguiti da ricchi commercianti che si insediarono a Palermo, eleggendola sede dei loro traffici commerciali.
Siamo nel cuore del quartiere della Vucciria, precisamente in via Argenteria Nuova al civico 33, nello stesso luogo dove ha avuto sede la loggia dei Catalani.
Santa Eulalia
Proprietà dell’Opera Pia e oggi sconsacrata, la chiesa di santa Eulalia, costruita nel XV secolo era inizialmente dedicata alla Vergine Maria.
L’edificio faceva parte di un complesso molto ampio che inglobava svariati corpi limitrofi, tutti appartenuti alla “Nazione Catalana“: questi si estendevano dal Vicolo della Rosa Bianca alla Via Argenteria Nuova.
Nei suoi interni, oggi pressochè spogli, sono ancora visibili i segni caratteristici di alcune tradizioni misteriche, tipiche di culti a carattere esoterico. Segni che affondano le radici in tempi antichissimi, come il cosiddetto Delta luminoso con l’occhio al centro, simbolo di perfezione divina, ed il cielo stellato con il sole e la luna.
Il terremoto
La chiesa non ha mai trovato ultimazione, e l’unico campanile che vi fu costruito crollò il primo settembre del 1726, a causa delle scosse di un violentissimo sisma che ha funestato l’intera costa del palermitano, ed è passato alla storia come il “terremoto di Terrasini“.
Di questo evento si ricorda ancora che fu preceduto da strani fenomeni atmosferici, come narra la cronaca dell’epoca, avvenuti “alle 4 della notte meno cinque minuti”.
Ancora oggi, nel paese di Terrasini, alla mezzanotte di ogni primo settembre, si commemora quel tragico evento con il suono delle campane e l’accensione delle candele votive.
Di questo funesto evento ci raccontò il Mongitore nei suoi scritti:
“Mostrossi la Domenica 1 settembre di quest’anno l’aria nuvolosa, anzi caliginosa: ebbenchè il principio della notte si vide sereno, ma con freguenti baleni.
Indi avanzatasi la notte fu veduta spiccarsi dalla parte di tramontana una caliginosa nivola, che vibrava spessi fulgori, ed allungossi a forma di una lunga trave infuocata, avvicinandosi sull’orizzonte di monte Gallo, e monte Pellegrino distanti l’uno 9 miglia, l’altro due da Palermo: ed allora si gonfiò il mare vicino, e si sentì strepitare il monte Gallo.
Ad a un tratto parte di quel fenomeno girando con rapido corso la campagna andò a dileguarsi presso la porta si S. Rosalia, e Castello Reale, scoppiando con formidabil lampo; con spavento di quanti osservarono questo prodigioso fulgore.
Nel punto di dileguarsi la detta infuocata impressione sull’ore quattro della notte meno cinque minuti, fu conquassata tutta la città da orribile terremoto.“
La spiegazione del mistero
Di questi strani fenomeni oggi la scienza ci dice che si tratta di luci sismiche.
E cioè di bagliori che possono assumere le forme più svariate, che vanno dai semplici lampi, o baleni, alle “colonne infuocate” che si alzano verso il cielo, con colorazioni varianti dal rosso vivo al giallo, oppure fiamme o fiammelle viste fuoriuscire dal suolo che creano bagliori intensi.
L’origine dei bagliori
L’origine di questi fenomeni sta nel fatto che durante i terremoti, con la frattura della crosta terrestre dovuta ai movimenti delle cosiddette placche tettoniche, si possono liberare dei gas che a contatto con l’aria tendono ad incendiarsi per autocombustione. Questo meccanismo può dare luogo a fenomeni simili a quelli descritti nella storia narrata dal Mongitore.
Santa Eulalia ai nostri giorni
La chiesa di santa Eulalia, dopo un lunghissimo periodo di abbandono, è stata restaurata nel 2002, e nel 2006 l’intero immobile è stato ceduto all’Instituto Cervantes che ne ha fatto la sua sede palermitana. Gli spazi della chiesa sono spesso sede di mostre ed inziative culturali.
Le antiche campane
All’interno della chiesa sono ancora custodite le campane originali dell’antica torre campanaria, crollata in seguito a quel terremoto del 1726.
Il cartello
Fino agli anni ’90 in un cartello posto in prossimità di sant’Eulalia si leggeva:
Gli stabilimenti spagnoli in Italia rinnovano la loro presenza storica e religiosa a Palermo offrendo a La Vucciria e a tutta l’antica città questa loro chiesa di: Santa Eulalia dei Catalani.
Dove si trova?