Il gelato di campagna, “chiddu ca un squagghia”

Il gelato di campagna è consumato in quasi tutta la Sicilia. A Palermo, lo si trova soprattutto nelle bancarelle che stazionano in “punti strategici”, durante il periodo dei festeggiamenti per il Festino di Santa Rosalia. Ma, spesso, anche durante le popolari piccole feste rionali, e nelle sagre meno note, è possibile reperirlo.

In pratica, questa rappresenta l’antica soluzione all’unico problema del gelato vero, e cioè il veloce e inevitabile processo di scioglimento causato della torrida calura estiva.

Il coloratissimo "gelato" di campagna, tipico dolce del Festino palermitano
Il coloratissimo “gelato” di campagna, tipico dolce del Festino palermitano (© Angelo Trapani)

Proprio durante il Festino, nei giorni a cavallo del 15 luglio, lo si può trovare regolarmente in tutte le bancarelle di dolciumi disseminate lungo il Foro Italico.

E sempre in buona compagnia tra “calia & simienza“, cubbaita, torroncino, zucchero filato ed altre mille prelibatezze che già solo a pronunciarne il nome, il tasso glicemico potrebbe schizzare alle stelle!

"U siminzaru", venditore di frutta secca al Foro Italico.
Un decoratissimo banco di ceci, arachidi e semi di zucca “siminzaru”, al Festino di Santa Rosalia (© Angelo Trapani)

La storia

L’ingrediente principale per la sua preparazione è ovviamente lo zucchero, e il morbido impasto di cui è costituito è formulato in modo da scioglersi completamente in bocca, proprio come un gelato, malgrado non lo sia.

Inoltre è aromatizzato con cannella e farcito con mandorle, pistacchio e frutta candita. Insomma, una vera bomba calorica capace di dare una “botta” energetica da far rizzare i capelli.

Bancarella di dolciumi al Festino di Santa Rosalia
Bancarella di dolciumi al Festino di Santa Rosalia (© Angelo Trapani)

I colori

I colori tipici sono quelli del tricolore italiano perchè, il gelato di campagna, pur avendo origini molto più antiche, pare si diffuse particolarmente nel 1860, cioè all’epoca dell’entrata dei garibaldini a Palermo.

Si racconta che da quel momento in poi, per produrlo, vennero utilizzati i colori della bandiera proprio allo scopo di festeggiare l’unità nazionale.

Il nome

Il nome di questa specialità si deve al fatto che per la sua caratteristica di “gelato non gelato” lo si poteva portare con se ovunque, anche in campagna, senza correre il rischio che si potesse sciogliere durante il viaggio.

Ma anche perchè, in molte zone della campagna siciliana, la neve non era facilmente reperibile (allora ingrediente base per fare il gelato) e quindi questa soluzione rappresentava l’unica alternativa al vero gelato, che era impossibile da produrre in loco e, men che meno, farlo arrivare da lontano.

C’è da osservare che, così come i suoi colori, anche i formati tradizionali di produzione si sono mantenuti intatti nel tempo e ancora oggi sono il rettangolo, e più di rado la mezza luna.

Il gelato di campagna rappresenta una squisitezza che affonda le sue radici nella nostra tradizione, la cui preparazione spero si possa conservare e tramandare nel tempo, anche alle future generazioni di pasticcieri e caramellai siciliani… magari con l’approvazione del nostro dentista.

Dove si trova?


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