Le tende della Zè Sciaveria

Le tende della Zè Sciaveria – (tratto da “Palermo: leggende, misteri, piaceri” di Santi Gnoffo.)

Graditissimo ospite di “Amici di Cara Palermo” un autore che stimo molto. Grande conoscitore della storia palermitana, il nostro amico Santi Gnoffo.

Un tempo, l’odierna località marinara denominata Romagnolo, era una Contrada chiamata Zè Sciaveria (Zia Saveria), in onore della donna che impiantò sul luogo un elegante ritrovo, dove si poteva banchettare.

Palermo leggende, misteri, piaceri
Palermo: leggende, misteri, piaceri di Santi Gnoffo – Cerebro Editore

La storia

Questa Contrada, era un’importante snodo viario: collegava, infatti, il Forte del Sagramento (si trovava nell’odierna via Messina Marine) alla borgata Sette Cannoli (oggi via Musica d’ Orfeo).

La bellezza del luogo, la brezza marina, la bellezza del panorama e le comodità che la Zè Sciaveria offriva, surclassavano le note trattorie e gli eleganti caffè che si trovavano in Città.

Sul luogo si recava gente di ogni classe sociale ma il luogo era dotato di padiglioni separati da tende affinchè il popolano non banchettasse gomito a gomito con il nobile. Le tende, risultarono utili anche per incontri amorosi clandestini.

Impiantò anche tavoli illuminati da due candele. Fu un successo! Anche le famiglie si recavano sul luogo, dove si svolgevano anche trattenimenti musicali.

Il successo della Zè Sciaveria

A frotte vi andavano d’ogni classe le persone; giacchè Zè Sciaveria era un posto buono per tutti.

La povera gente ci andava nelle tanto attese ricorrenze festive di Madonne e di Santi, e nel calore della scampagnata consumava il guadagno d’una intera settimana.

Poeti superiori come il Meli, mezzani come il Melchiorre ne decantavano le meraviglie; questi, anzi, inventava una favola per provare che il sito avesse avuto origine divina.

“Giacche Encelado, sopravvissuto ai giganti subissati da Giove, venne a nascondersi presso Mustazzola1, amò la Saveria2 che durante tremila anni rimase incinta e diede poi in luce un nanerottolo, padrone di questo luogo, uomo che avea mente e pensieri da Re”.

1 dal nome di uno scoglio che si trovava nei pressi.
2 Ze’ Sciaveria.

Questa allusione, fa supporre che la Zè Sciaveria avesse un figlio gobbetto.

L’origine del toponimo Romagnolo

La Contrada, in seguito, prese l’appellativo “Romagnolo” in onore della villa del Senatore Corrado Romagnolo, che fece erigere sul luogo; dirimpetto ad essa, fece costruire un anfiteatro con dei gradini, al centro del quale fu posta una statua di M.SS. Immacolata.

Oggi la Contrada è stata inglobata dall’espansione della città.

Santi Gnoffo

( Santi Gnoffo, Palermo: Leggende, Misteri, Piaceri)

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Dall’autore

“L’amore che nutro per le antiche cronache della storia palermitana, mi ha spinto a scrivere questo libro. Nel corso della mia pluriennale ricerca, mi sono accorto che non tutti gli storici sono stati attenti e indulgenti nell’esprimere giudizi sulla città e sul popolo palermitano. Spesso, hanno scritto basandosi, o utilizzando, dei pregiudizi. Sottovalutando le vicende storiche che per 25 secoli hanno vissuto e attanagliato, schiavizzato e sfruttato, gli abitanti della città che nei secoli ci hanno preceduto. Ancor più, mi ha fatto male il pregiudizio di coloro che hanno scritto non essendo siciliani. Essi, si sono avvalsi, talvolta, di ciò che gli veniva raccontato, limitandosi alla consultazione di poche fonti storiche, e per di più quando molte di queste, è di pubblico dominio, fossero state filtrate dall’adesione o dalla diretta appartenenza alle oligarchie dei dominanti, quasi sempre “stranieri”. Pagine di quella Storia, riportate e tramandate discutibilmente, che ancora ci vengono propinate nella scuola dell’obbligo, ed oltre, pur ormai essendo accertato non siano sempre veritiere”.

Bibliografia

Dove si trova?


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