Il cosiddetto “grattacielo” INA è uno dei simboli della ripresa economica palermitana che ha avuto luogo nel dopoguerra. In quei primi anni cinquanta che costituirono un vero volano per l’economia di tutto il nostro paese.
In quel caso, la Sicilia e Palermo, non si fecero attendere, e non vollero certo mancare all’appuntamento con la modernizzazione. Si stava concretizzando un periodo florido in cui il nuovo tessuto economico, guidato essenzialmente dalle attività commerciali, e da piccole e medio-piccole imprese, ebbero il loro boom nell’isola.
La storia
Chiariamo subito che nel nostro paese, anche se non esiste uno standard ben definito, vengono generalmente classificati come “grattacielo” solo gli edifici la cui altezza è uguale o superiore ai 100 mt.. Nel nostro caso, siamo decisamente al di sotto di tale limite.
Detto ciò, l’edificio chiamato impropriamente “grattacielo” (anche per gli standard degli anni ’50), nasce in un particolare contesto storico, un momento di grande slancio economico che la città e l’intera Sicilia non vedevano da tempo. Dopo il periodo buio della guerra, si concretizzava in quegli anni la ricostruzione edile, economica e sociale.
Il “gigante” INA, realizzato secondo un progetto che seguiva la corrente razionalista, ancora molto in voga nel dopoguerra, è opera dell’architetto Carlo Broggi. Il cantiere per la sua costruzione ebbe inizio nel 1952 e si protrasse per tre anni, fino al 1955, anno dell’inaugurazione del monumentale edificio, che per tutti i palermitani fu “u grattacielu“.
Ancora oggi è comunque il più alto edificio di Palermo e della Sicilia. Venne eretto assieme ad altri corpi attigui, in un lotto di terreno sul quale, nei primi del ‘900 sorgeva la villa “Notarbartolo di Villarosa“, demolita nel 1947, ed alcune strutture sportive private (campi da tennis), frequentate dalla borghesia e nobiltà palermitana dell’epoca. I campi sportivi sono visibili sul lato destro nella foto qui in basso.
Il concorso di idee
Il Banco di Sicilia, proprietario del terreno acquistato nel 1948, unitamente al Comune di Palermo, bandì un concorso di idee per la progettazione e realizzazione degli edifici monumentali che oggi prospettano nell’odierno piazzale Ungheria. Come previsto dal bando, l’insieme architettonico con i suoi porticati delimitano un’area pressochè rettangolare. Su un lato di questa si erge il nostro “grattacielo”, con la piazza centrale a fargli da corte.
Secondo quanto stabilito, le nuove costruzioni sarebbero state destinate ad ospitare alberghi di lusso, prestigiosi appartamenti e sedi di grandi società.
Il piazzale Ungheria
La piazza, delimitata dai suddetti edifici, di fatto collegata attraverso i suoi portici alla centralissima via Ruggero Settimo, e a due passi dall’elegantissima piazza Verdi, ha vocazione tipicamente commerciale. Un tempo era animata sede di svariate attività imprenditoriali.
Oggi è pressochè deserta, rimasta sede del parcheggio auto. Mentre i suoi portici perimetrali, prima ricchi di negozi le cui saracinesche, in massima parte, sono ormai abbassate da tempo, vengono spesso usati come precario riparo da alcuni sfortunati senzatetto.
Il progetto del “grattacielo” INA
L’INA, non senza difficoltà, riuscì a farsi approvare un proprio piano, dopo aver incaricato della sua stesura l’architetto Carlo Broggi, il quale, secondo le necessità dettate dal committente, elaborò un progetto per alcuni aspetti parzialmente difforme da quanto disposto nel bando di concorso. L’elaborato, fu sottoposto a numerose modifiche, sia estetiche che architettoniche, frutto di una sorta di tira e molla tra lo stesso Broggi e i tecnici delle Commissioni Riunite Edilizia e del Piano di Ricostruzione del Comune di Palermo1.
L’inizio dei lavori
L’elaborato di Broggi prevedeva quale destinazione d’uso dell’edificio la sede di rappresentanza e gli uffici di competenza dell’ente assicurativo. E quando finalmente, compromesso dopo compromesso, fu trovato l’accordo, nel 1952 iniziarono i lavori per la sua costruzione.
Oltre alla realizzazione della sede dell’ente era previsto anche un certo numero di residenze private, costituite da appartamenti panoramici. Nei piani alti, grazie all’elevazione dell’edificio di 19 livelli sopra terra, e svettando su tutto ciò che gli stava intorno, era garantita una visuale unica sul panorama cittadino, in tutte le direzioni.
Della sua complessa realizzazione si occupò l’impresa edile CEFA dei fratelli Amoroso, che in tre anni consegnò alla città questo gioiello architettonico.
Gli spazi comuni, interni all’edificio, vennero impreziositi da alcuni rilievi scultorei, opera dell’artista Nino Geraci, il cui titolo è “La Sicilia e le sue attività lavorative“.
Gli altri edifici attigui furono sedi di vari enti, importanti società e istituti di credito. Tra queste: lo stesso Banco di Sicilia, la Cassa di Risparmio ed il giornale L’Ora. Quest’ultimo occupò un’intera palazzina, realizzata al fianco del “grattacielo”, poi divenuta sede dell’Agenzia delle Entrate, e oggi deserta.
Il gigante palermitano
L’edificio dell’INA, il “grattacielo” per tutti i palermitani, si erge per ben 65 metri. Grazie alla sua mole, ha fin da subito rappresentato un punto di riferimento per la città, e con la sua imponenza ha esercitato un certo fascino su diverse generazioni di miei concittadini. E così sarà ancora a lungo anche per quelle a venire, per le quali “u grattacielu” sarà per sempre il nostro grande-piccolo E.S.B. (Empire State Building).
Gli edifici più alti di Palermo
Giusto per curiosità, stiliamo una classifica per altezza degli edifici cittadini. Come abbiamo detto, il primo è il palazzo INA con i suoi 65 metri, seguono la Torre Resuttana I (63 metri), Torre Resuttana II (60 metri) e Torre Sperlinga (59 metri). Infine, tutta una serie di “palazzoni”, sparsi in città, soprattutto nelle cosiddette “zone nuove”, con altezze anche poco inferiori.
Da notare che la Torre Sperlinga, sorta nel 1957 nei pressi della villa Sperlinga, è opera dell’ingegnere Riccardo Morandi, progettista, tra le tante altre importanti realizzazioni, anche del ponte genovese sul fiume Polcevera, protagonista del drammatico fatto di qualche anno fa.
Le ipotesi future
Si attende (se mai si farà) la realizzazione del nuovo centro direzionale e amministrativo della Regione Sicilia, la cui torre, (tra le tante, proposte nei progetti in concorso), dovrebbe far concorrenza ai veri moderni grattacieli, e addirittura superarli in altezza. Il bando per il concorso di idee è stato lanciato pochi anni fa e i progetti sono stati presentati per tempo. Ma tra l’emergenza Covid ed altri intoppi, al momento, l’iter procedurale è bloccato. Tra le cause anche i ricorsi al TAR di alcuni progettisti esclusi dalla selezione.
1: Cottone, T. Basiricò, S: Bertorotta, Le facciate dell’”architettura moderna” a Palermo, in A. Greco, E. Quagliarini (a cura di), L’involucro edilizio. Una progettazione complessa, Firenze 2007.