Mondello mon amour

Mondello mon amour è il quarto appuntamento con le borgate marinare di Palermo. Un giro tra la storia, i luoghi e le curiosità che caratterizzano le cinque borgate che fanno parte di questa raccolta.

Le cinque borgate marinare prese in esame, non sono certamente tutte quelle esistenti nella nostra città ma, sicuramente, sono tra le più note.

Per chi fosse interessato, in un altro articolo, ho accennato anche alla litoranea sud-est della città, un tempo frequentatissima, ricca di lidi balneari e antagonista di Mondello: ne ho parlato a 👉questa pagina

Abbiamo già parlato di Acquasanta, Arenella e Vergine Maria. In seguito parleremo anche di Sferracavallo, ma adesso è il turno della borgata marinara di Mondello, che è incastonata come un gioiello all’estremità di un golfo compreso tra il monte Gallo e il monte Pellegrino.

Mondello vista da monte Pellegrino
(Andrea Calcagno from PALERMO, Italia, CC BY-SA 2.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0, via Wikimedia Commons)
Panoramica di Mondello vista da monte Pellegrino
(Andrea Calcagno from PALERMO, Italia, CC BY-SA 2.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0, via Wikimedia Commons)

Le cinque zone

Mondello è divisa, nella mente dei Palermitani, in almeno cinque zone importanti: il Lauria, Valdesi, lo Stabilimento, il “Paese” e la Torre (capo Gallo). Sorvolando sull’effettiva posizione geografica di queste cinque zone, proverò a parlarvi di alcuni dei principali punti di interesse mondelliani e di qualche aspetto storico della borgata.

La storia

Durante la dominazione araba, la borgata di Mondello era conosciuta con il nome di Marsa ‘at Tin (porto di fango), a causa degli acquitrini paludosi che circondavano tutta la zona.

Con il tempo, vi si formò un piccolo villaggio di pescatori che costituì la prima comunità stabile di Mondello. Ma, vediamo come.

La tonnara di Mondello

Attorno al 1455 si edificò, nei pressi dell’odierna piazza, la struttura della tonnara di Mondello, a difesa della quale per volere del Senato palermitano vennero erette due torri di guardia: la prima, sempre nella zona della piazza (paese) detta del Ficodindia, e l’altra nella parte più estrema, a nord della borgata, chiamata torre di piano Gallo. Entrambe erano inserite nel più vasto circuito di torri adibite alla difesa delle coste palermitane dai frequenti assalti dei pirati. Le due torri, ancora oggi esistenti, sono state oggetto di restauro.

Ben presto, la tonnara divenne il punto nodale della nascente comunità di pescatori, richiamando maestranze utili a svolgere tutte le attività ad essa connesse, come i maestri d’ascia, i cordari, ecc.. Ciò favorì il florido e veloce sviluppo della borgata che ben presto cominciò a popolarsi.

Tonnara di Mondello
In un dipinto, la rappresentazione delle due torri e la tonnara di Mondello

Le torri a guardia della costa

Le torri, armate con i tipici pezzi d’artiglieria dell’epoca detti “Màscolo“, erano collegate tra loro da un primitivo sistema di comunicazione che utilizzava segnali di fumo (durante il giorno) o di fuoco (durante le notti).

In alternativa, per comunicare gli eventuali avvistamenti di pirati, si usavano pure i suoni di brogna (una grossa conchiglia suonata come un corno da nebbia).

Sul piano della torre, dagli anni ’60 del ‘900, sorge l’omonimo hotel.

Hotel La Torre a Mondello
Piscina dell’hotel La Torre a Mondello, in una foto degli anni ’70

Le saline

Ancora oggi, la toponomastica del luogo annovera una via Saline, giusto per ricordarci che nella parte meridionale del golfo, vicino al pantano, vi era una salina che produceva e raffinava il prezioso cristallo che veniva estratto in loco per evaporazione dall’acqua di mare.

Il sale prodotto veniva utilizzato in grande quantità per salare e conservare il surplus del pescato, che giornalmente andava a rifornire i mercati cittadini del pesce.

Oggi sembra incredibile, ma proprio il sale era l’oro del tempo: vi dice niente la parola “salario“? Senza addentrarmi nella storia e nell’etimologia del nome, cosa per cui sono fortemente impreparato, vi dico subito che, assieme ai tonni, il sale era il motivo principale delle incursioni dei pirati saraceni che, molto spesso, approdando a Mondello riuscivano a razziare grossi quantitativi di entrambi i prodotti.

La bonifica

Da piccolo villaggio di pescatori ai margini di una malsana zona paludosa, la borgata nel tempo ha subìto una profonda trasformazione. Questa è avvenuta solo dopo una lunghissima e complicata opera di bonifica. I lavori ebbero inizio già nei primi dell’800, voluti da Ferdinando di Borbone, e successivamente completati, in vari passaggi e dopo innumerevoli tentativi, solo nei primi anni del ‘900 dalla società Italo Belga, della quale parleremo qui di seguito.

Frattanto la realizzazione della bonifica si era resa estremamente necessaria. Infatti, verso la metà dell’800, l’intera zona divenne epicentro di una pericolosa epidemia di malaria: malattia che si diffuse tra gli abitanti ed i frequentatori del luogo, attraverso le punture delle zanzare che prosperavano nella palude.

Lo stabilimento di Mondello

Lo Stabilimento è di fatto, e a pieno titolo, il punto di maggiore importanza dell’intera borgata. Se escludiamo le bellezze naturalistiche del meraviglioso golfo, il cui fascino è fuori discussione, lo stabilimento balneare è sicuramente il vero simbolo di Mondello.

Al pari delle torri, l’affascinante edificio è senza dubbio da annoverare tra i gioielli della borgata. Ancora oggi, abbastanza comunemente (ed erroneamente), il complesso che si erge su palafitte in cemento, viene chiamato “Charleston” dai palermitani, in memoria del noto ristorante che vi ha avuto sede dal 1969 fino al 2010.

La società Italo-belga

Costruito in stile Liberty o, meglio dire, nello stile Jugendstil, (che in effetti è il nome che presero in Germania e Svizzera le espressioni artistiche dell’Art Nouveau), e successivamente inaugurato il 15 luglio del 1913, lo stabilimento balneare nasce da un progetto dell’ingegnere Rodolfo Stualker, su commissione della neonata Società Italo-belga. Quest’ultima, in cambio della realizzazione della serie di opere concordate, ricevette dall’amministrazione pubblica, la concessione secolare all’utilizzo dell’intera spiaggia di Mondello.

Si parla di “serie di opere” perchè il progetto complessivo dell’Italo Belga, che venne concordato con il Municipio di Palermo, comprendeva oltre alle opere idrauliche di risanamento delle paludi anche altre importanti realizzazioni, tra le quali: il campo da golf alla Favorita, il tram per il collegamento con il centro città, ed il Kursaal: quest’ultimo in effetti mai costruito.

Gli arredi interni dello stabilimento, realizzati nei primi del ‘900, sono opera del mobilificio Ducrot su disegni dell’architetto Ernesto Basile. La struttura, realizzata su palafitte in cemento, poteva contare su un grande salone delle feste, il Cafè Restaurant e circa 300 cabine per i bagnanti. Insomma… un elegante paradiso sul mare.

La spiaggia

Così Mondello, bonificata dopo mille vicissitudini, venne eletta spiaggia preferita e borgata di mare per eccellenza, trovando un posto nel cuore di tutti i palermitani.

Il leggendario Cola Varba

Scrivendo di Mondello, non potevo trascurare un accenno a quest’uomo impavido, del quale si narrano epiche imprese per mare.

Si tratta di Nicola Corrao, un personaggio molto noto nella borgata, tra gli anni ’30 e ’60 del ‘900. Una leggenda vivente dalla lunga barba bianca, di cui ancora oggi ci giunge il mito.

Cola Varba
Nicola Corrao, in arte Cola Varba – foto di Nick Parrino

Si narra che nei primi del ‘900, Cola Varba, chiamato così per via della sua lunga barba bianca, fosse stato l’ultimo Rais della tonnara di Mondello e, dettaglio non trascurabile, unico marinaio custode del rito del taglio della Draunara (tromba marina). In effetti, le storie nate attorno al mitico personaggio, sono innumerevoli.

Però, nella realtà, sembra che il buon Cola non fosse neanche un pescatore, ma solo un bravo narratore di storie.

Del mitico Cola Varba, ne ho scritto con maggiore dettaglio in un articolo a lui dedicato a 👉 questa pagina.

Alcuni personaggi noti

Sono molti i frequentatori della spiaggia che si ricorderanno dei personaggi che animavano, qualche anno fa, le calde giornate estive mondelliane.

Mondello mon amour - Antonino Mancuso, venditore di "pollanche" a Mondello
Antonio Mancuso
Mondello mon amour - Lo zio Pippo (Pippo Taranto)
Lo zio Pippo

Due tra tutti: Antonio Mancuso, mitico venditore di “pollanche” e il famosissimo Zio Pippo, (Pippo Taranto), mattatore instancabile che, fin dalla fine degli anni ’60, ha animato le giornate in spiaggia dalla “cabina radio”. Amatissimo dai bambini, ma non solo, con i suoi giochi a premio, ci ha lasciato tanti bei momenti da ricordare.

Oggi, Mondello, vive il suo tempo soprattutto d’estate assediata dai bagnanti, dal traffico, e dalle tristemente famose quanto interminabili recinzioni. Ma anche dalle lunghe file di “cabine”. Queste ultime, e i loro affollatissimi “cortili”, per lunghi tratti impediscono l’accesso e purtroppo negano anche la vista completa del mare.

Mondello mon amour - Cortile nella spiaggia di Mondello
Un affollatissimo cortile tra le cabine di Mondello – anni ’90

L’isola pedonale

Solo in tempi recenti un ancora discusso provvedimento, messo in atto dall’amministrazione comunale, ha istituito un’isola pedonale attiva durante tutta la stagione balneare. La limitazione impedisce il transito ai mezzi privati, con alcune esclusioni, nel tratto di strada che costeggia la spiaggia, da Valdesi fino alla piazza (paese).

Mondello mon amour - Viale Regina Elena
L’affollatissimo Viale Regina Elena negli anni ’70

Resta invece irrisolta la spinosa questione delle cabine e della relativa recinzione, la cui esistenza è oggetto di discussione da decenni ma, ad oggi, ancora senza soluzione concreta.

La spiaggia di Mondello
(fab., CC BY 2.0 https://creativecommons.org/licenses/by/2.0, via Wikimedia Commons)
La spiaggia di Mondello d’inverno
(fab., CC BY 2.0 https://creativecommons.org/licenses/by/2.0, via Wikimedia Commons)

Mondello e le sue splendide ville

Da segnalare, per la loro notevole importanza architettonica le splendide ville, spesso in stile liberty, volute dalla borghesia e nobiltà palermitana, che ancora adesso adornano i bellissimi viali alberati della borgata, fino al parco della Favorita.

Da notare che Mondello, non è rimasta esente dalla costruzione senza alcun ordine avvenuta tra gli anni ’50 e ’70, durante il famoso “sacco di Palermo“: periodo che ci ha “regalato” alcune realizzazioni che costituiscono un esempio di accostamento architettonico decisamente di dubbio gusto, quantomeno, rispetto alle architetture preesistenti in zona.

Al netto di questo, Mondello, resta un vero gioiellino a due passi dalla città, le cui bellezze, soprattutto naturali, sono godibili in maniera particolare da settembre inoltrato fino a maggio: ovviamente, fuori dal periodo della caotica stagione balneare.

I fantasmi

Discutendo di Mondello, e delle sue ville, la mente corre subito a certe storie di fantasmi: leggende metropolitane che circolavano negli anni ’80. Di questo argomento mi sono occupato in un precedente articolo, in cui si parla di alcune delle ville di Mondello che, si dice, fossero infestate da presenze sovrannaturali. Se vi piace il genere, lo trovate a 👉questa pagina.

I polipari

Dulcis in fundo, rizzari e polipari. Questi meritano certamente una menzione, ma vi mostrerò solo una foto degli anni ’80 e non mi dilungherò sull’argomento, che ho già trattato in un mio recente articolo, abbastanza esaustivo e facilmente consultabile su questo blog, a 👉questa pagina.

Mondello mon amour - Poliparo nella piazza di Mondello
Uno dei polipari che fino agli anni ’90 vendevano i loro prodotti nella piazza di Mondello

Dove si trova?


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