La Birreria Italia, amarcord palermitano

Il Caffè Birreria Italia – Non tutti abbiamo avuto il piacere di conoscere e frequentare questo notissimo locale palermitano, purtroppo non più esistente. Ma molti di noi ne avranno almeno sentito parlare.

La Birreria Italia in una foto del 1960
La Birreria Italia in una foto del 1960

E – dato di fatto – se ancora oggi lo si ricorda, è chiaro che questa attività ha lasciato il segno tra quelli che sono considerati i locali storici della nostra città.

La storia

La Birreria Italia della famiglia Costamante, è stata fondata nella via Cavour, nel lontano 1909.

A pochi passi da piazza Verdi e dal teatro Massimo, divenne un frequentatissimo punto di ritrovo per intere generazioni di palermitani.

Il locale nasce come una rivendita di birra alla spina, in quelle che erano le ex scuderie del palazzo nobiliare della famiglia Galati.

Dopo alcuni anni di buona attività imprenditoriale, che portò il locale ad un discreto successo, nel 1911 avvenne l’inaspettato: pochi metri più avanti apre il cinema teatro Lucarelli (poi diventato Supercinema), di Raffaello Lucarelli, già proprietario di una casa cinematografica.

Logo della Lucarelli Film
(Manfredi Mazzè, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, via Wikimedia Commons)
Logo della Lucarelli Film
(Manfredi Mazzè, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, via Wikimedia Commons)

Il cinema Lucarelli

Il cinema-teatro Lucarelli era un vero polo di attrazione culturale, meta di una gran quantità di persone, e questo fatto finì per giocare a favore dell’attività della famiglia Costamante che si trovava proprio li a fianco.

Infatti, fu questa ghiotta occasione che spinse i Costamante ad investire ulteriormente nella loro attività e tentare il “salto”, rinnovando il locale e trasformandolo nel mitico Caffè Birreria Italia.

La nascita del Caffè Birreria Italia

Nacque così un locale elegantissimo con raffinate decorazioni in stile Liberty, realizzate da un grande pittore-decoratore palermitano che aveva realizzato, tra le altre opere, anche le decorazioni degli interni del teatro Politeama e del palazzo delle Aquile. Attivo collaboratore di Ernesto Basile, egli era il Maestro Salvatore Gregorietti.

Con lui collaborò alla realizzazione degli interni della Birreria Italia anche il Maestro Rosario Spagnoli. Entrambi, erano artisti che fecero parte del “Circolo Artistico Palermitano” che allora aveva sede presso i locali di via Maqueda, dove poi nacque la storica libreria Dante-Flaccovio.

Di questo prestigioso circolo vorrei ricordare i nomi di alcuni personaggi, abituali frequentatori: Mario Rutelli, i Basile (padre e figlio) che ne furono presidenti, Ettore De Maria Bergler, Francesco Lojacono e tantissimi altri. Insomma, alcuni tra i più grandi ed affermati artisti siciliani dell’epoca.

Bisogna dirlo: i Costamante, per il restyling del loro locale, non potevano scegliere di meglio.

Il locale, fu dotato di eleganti salette da The, una sala biliardi al piano superiore ed un palco con pianoforte dove si esibiva un’orchestra formata esclusivamente da musiciste donne.

Il Caffè restava aperto tutta la notte e, fino agli anni trenta, vi si suonava ancora musica classica live.

Si gettarono delle ottime basi affinchè ben presto, il Caffè Birreria Italia, diventasse uno dei salotti meglio frequentati della nostra città.

Tra gli abituali avventori, non potevano certo mancare personalità dell’epoca come donna Franca e i fratelli Vincenzo e Ignazio Florio jr.

La genialità e le scelte dei Costamante fecero dunque centro. Inoltre, la mossa strategica dell’orchestrina composta da donne richiamò grande attenzione tra i potenziali frequentatori dell’elegante locale. L’attività divenne subito un frequentatissimo polo d’attrazione, al pari del vicino cinema – teatro Lucarelli e… forse anche di più.

La guerra

Poi, la seconda guerra mondiale e i relativi bombardamenti. Si trattò di una serie di eventi disastrosi che non mancarono certo in città, ed in particolare in quella zona.

Questi determinarono un periodo di crisi profonda, dalla quale l’attività dei Costamante, nel frattempo passata di mano, anche se rimasta in famiglia, non riuscì mai a riemergere completamente.

L'orchestrina alla Birreria Italia - foto Scafidi
L’orchestrina alla Birreria Italia – foto © Nicola Scafidi

Fu così che il target della clientela si abbassò. Il locale venne frequentato per lo più da militari e marinai americani che sbarcati al porto, risalendo a piedi la via Cavour durante la cosiddetta “libera uscita”, affollavano giornalmente la Birreria Italia.

Il generale Patton

Si narra che un giorno, seduto ad uno dei tavolini della Birreria, fu riconosciuito il generale Patton. Fu a quel punto che l’orchestrina interruppe l’esibizione della Hit del momento: “Ma l’amore no” di Alida Valli, e attaccò con le note della celebre Rosamunda: canzone che accompagnava l’esercito degli alleati.

Il generale George Smith Patton
(Photo by U.S. Army Signal Corps, Public domain, via Wikimedia Commons)
Il generale George Smith Patton
(Photo by U.S. Army Signal Corps, Public domain, via Wikimedia Commons)

Patton, in quella occasione fu visto abbozzare quell’unico sorriso che si ricorda essere stato disegnato sulle sue labbra. Ma fu solo un accenno, che riuscì subito a reprimere con una specie di smorfia. A quel punto il generale si alzò ed andò via su una Jeep.

La momentanea ripresa

Negli anni ’50, andati via gli americani, e nel pieno boom economico del dopoguerra, il locale tornò ad essere fequentato da un’ottima clietela: soprattuto intellettuali, imprenditori e uomini d’affari.

Proprio questi ultimi gradivano molto trattare con i loro clienti, seduti ai tavolini dell’elegante bar, davanti ad un buon Martini o un gustoso caffè.

Leonardo Sciascia alla Birreria Italia
Leonardo Sciascia alla Birreria Italia

La chiusura

La piccola ripresa, però, fu sono un’episodio. Infatti nel 1962, dopo un lungo ma inesorabile declino, l’attività cessò definitivamente. Di li a poco nei suoi locali si inaugurerà un circolo culturale, poi sostituito dal primo self-service palermitano gestito dalla CAMST (questo lo ricordo molto bene, con i suoi locali cantinati) e successivamente da un istituto bancario.

Così mentre Fellini aveva da poco finito di girare il suo capolavoro con Mastroianni e la Ekberg, in città si spegneva questo piccolo spaccato di dolce vita palermitana.

Fonti:
“I caffè Storici di Palermo – dalle origini agli anni settanta” , di Anna Maria Ruta – Ed Flaccovio
AS-Cinema.com
Wikipedia

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