Ignazio Florio jr: l’uomo oltre il mito

Ignazio Florio Jr – figlio di Ignazio senior e nipote di Vincenzo senior, fu uno degli esponenti di spicco di questa prestigiosa famiglia di imprenditori di origini calabresi. Un uomo illuminato che portò alla città di Palermo (e non solo) lustro, lavoro, prestigio e benessere.

Ritratto di Ignazio Florio Jr
(Unknown author, Public domain, via Wikimedia Commons)
Ritratto di Ignazio Florio Jr
(Unknown author, Public domain, via Wikimedia Commons)

Non starò qui ad elencare tutti i possedimenti di questa famiglia, che aveva interessi in quasi tutti i settori, perchè non basterebbe un’intero articolo a loro dedicato. Ma, giusto per citarne due di cui, forse, non tutti sanno: il giornale L’Ora e i Cantieri Navali di Palermo furono fondati proprio dal nostro Ignazio Jr.

La storia

Nato a Palermo il 1° settembre del 1869, Ignazio si ritrovò giovanissimo a gestire l’enorme patrimonio di famiglia fatto di imprese, cantieri navali, compagnie di navigazione, fonderie, tonnare, saline, … un vero impero industriale, economico e commerciale.

Uomo di animo buono e generoso, fu tra i primi a soccorrere materialmente la popolazione colpita dal terremoto di Messina, nel 1908. La sua umanità e il rispetto per le persone meno fortunate erano le caratteristiche che lo hanno da sempre e per sempre distinto.

Sposò donna Franca, ed ebbe cinque figli: tra questi Giulia e Ignazio Infante (in foto). Insieme a Franca, donna molto colta e dinamica, formarono una coppia tra le più in vista dell’epoca nel cosiddetto jet set internazionale.

Ignazio Florio con la moglie Franca e i figli Giovanna e Ignazio infante
(Unknown author, Public domain, via Wikimedia Commons)
Ignazio Florio con la moglie Franca e i figli Giovanna e Ignazio infante
(Unknown author, Public domain, via Wikimedia Commons)

Il progetto di Ignazio Jr

Il suo pensiero fisso era quello di portare lustro e benessere a Palermo come in tutta la Sicilia, ponendo le basi per una loro internazionalizzazione e facendo in modo di stuizzicare l’interesse anche economico di grossi investitori europei.

Di questo progetto, anche donna Franca si fece artefice, giocando un ruolo importantissimo nell’intrecciare rapporti commerciali con ricchi esponenti della nobiltà che contava.

Ritratto di Franca Florio
(Hermann Clemens Kosel, Public domain, via Wikimedia Commons)
Un bellissimo ritratto di Franca Florio
(Hermann Clemens Kosel, Public domain, via Wikimedia Commons)

Insomma, erano una coppia geniale, moderna, attiva, incredibile!

Le attività e l’immagine della Sicilia

Sul finire dell’800 Ignazio si fece promotore, unitamente al padre, dell’Esposizione Nazionale, la cui quarta edizione, riuscirono ad organizzare a Palermo.

L’esposizione fu un evento commerciale, culturale e tecnologico, ma anche mondano senza precedenti, che diede lustro alla nostra città ed alla nostra regione.

Esposizione Nazionale di Palermo - 1891 -92
Esposizione Nazionale di Palermo – 1891-92

Anche se, contrariamente alle aspettative, purtroppo questa non costituì quel volano che ci si aspettava. Le attese erano che potesse lanciare commercialmente la Sicilia nel panorama nazionale e internazionale, dandone un’immagine moderna, elegante e laboriosa.

Nasce la Palermo dei Florio

Ma Ignazio Florio non si arrese e Palermo, in quel periodo, diventò come una vera capitale europea. Le sue strade, le piazze del centro, tutto si arricchì di ville, palazzi eleganti, monumenti, arti, musica, cultura, lavoro e benessere.

In breve tempo portò Palermo a rivaleggiare culturalmente con le grandi capitali europee, contribuendo a donarle un grande e spettacolare teatro il – Massimo – progetto dei Basile (padre e figlio), che per dimensioni era secondo solo all’Opera di Parigi.

Piazza Verdi e teatro Massimo_1910
Piazza Verdi e il teatro Massimo, durante la belle epoque palermitana.

La Targa Florio

“Continuate la mia opera perché l’ho creata per sfidare il tempo” Vincenzo Florio

In questo contesto si inseriva la nascita della famosa competizione automobilistica, della quale Vincenzo Florio jr, fratello di Ignazio jr, fu padre, e che vide la luce nel 1906. La Targa Florio è la più antica corsa automobilistica di durata al mondo.

Targa Florio 1907(Les Sports Modernes, Public domain, via Wikimedia Commons)
Un’immagine del taglio traguardo di una Fiat 28 – 40HP, nell’edizione del 1907.
(Les Sports Modernes, Public domain, via Wikimedia Commons)

La corsa aveva come scenario le Madonie e, nelle diverse edizioni, ha visto tre percorsi di varie lunghezze, dei quali il più grande misurava oltre 148 Km.

La Targa Florio è stata teatro delle gesta dei più importanti piloti dell’automobilismo, tra i quali Tazio Nuvolari, Achille Varzi ed il nostro compianto Nino Vaccarella. Per 6 edizioni, tra il 1912 e il 1950, è stata abbinata al Giro di Sicilia, toccando quasi tutti i capoluoghi delle province siciliane.

La 106^ della gloriosa competizione si terrà dal 5 al 7 Maggio 2022.

La città come una capitale europea

La città divenne in breve tempo un polo di attrazione per turisti colti, ricchi e ben contenti di soggiornare in un luogo a misura d’uomo tra bellezze paesaggistiche, architettoniche, il clima favorevole e l’eleganza del suo centro storico.

Via Libertà - Palermo
Viale della LIbertà ai primi del ‘900 – Palermo

Pittori, musicisti, scrittori, scultori, filosofi… Palermo era al centro dell’attenzione, come non mai: come Ignazio aveva sempre sognato. Palermo come Londra, Parigi, Vienna.

Le invidie, i nemici

Purtroppo, tutto questo si infranse, come il suo sogno, nel muro eretto da alcuni suoi concorrenti e probabili nemici.

In breve tempo fu messo alle corde da non meglio precisati intoppi burocratici che ritardarono il fiorire delle sue attività produttive. A causa di ciò le banche limitarono i finanziamenti alle sue imprese.

Di questo, ne soffrì particolarmente la Compagnia di Navigazione Florio alla quale lo Stato revocò l’appalto per i trasporti via mare, e di riflesso anche i Cantieri Navali di Palermo, che Ignazio Florio aveva frattanto fondato, e che non ancora ultimati, alla loro apertura, si ritrovarono senza commesse, queste inaspettatamente dirottate a Genova.

Il peggio era arrivato

Ignazio investì l’intero patrimonio per tentare di rilanciare tanto la compagnia di navigazione, forte delle sue cento navi, che i cantieri navali ma trovò ostacoli insormontabili e per ragioni che restano ancora in parte un mistero, non riuscì nel suo intento.

Questo, per i Florio, fu l’inizio della fine. Si trattò della realizzazione di un disegno che, si pensa, fu orchestrato nei minimi dettagli allo scopo di porre fine al loro impero economico e commerciale.

Le prime chiusure

Alla fine della prima guerra, strangolato dalle banche, fù costretto a chiudere anche la tonnara di Favignana e gli stabilimenti di produzione del Marsala.

Ricordo dei Florio (© Angelo Trapani)
Ricordi dei Florio presso il Museo del Mare di Palermo
(© Angelo Trapani)

Ma Ignazio non si arrese e tentò il tutto per tutto, provando a rifondare una nuova compagnia di navigazione e realizzando nuove tonnare e piantagioni di banane alle isole Canarie, ma fu tutto inutile.

La fine dell’impero Florio

In breve tempo si assistette alla liquefazione del suo impero e di tutto ciò che aveva creato. Fino alla fine, gli fu negato credito e questo, unitamente alla serie di lutti che colpirono la sua famiglia lo distrusse.

Costretto a vendere tutto ciò che gli era rimasto, compresi i preziosi gioielli di donna Franca, riuscì a pagare i suoi debiti fino all’ultimo centesimo, ed evitare così il fallimento.

Ignazio Florio Jr morì a Palermo il 19 settembre del 1957.

Piccola nota a margine

Nel 1882, tra le tante cose, i Florio fondarono a Palermo la “Ceramica Florio” con lo scopo di produrre le stoviglie necessarie alla flotta delle navi da crociera dell’omonima compagnia di navigazione. Questa produsse dei raffinati e pregiatissimi pezzi, avvalendosi anche della collaborazione di Ernesto Basile, Antonio Ugo, Mario Rutelli e del maestro decoratore Rocco Lentini.

Nel 1910 la “Ceramica Florio” si trasferì nella nuova e più ampia sede di via Serradifalco. Dove dopo varie vicissitudini dovute ai problemi causati dalle banche, la Ceramica continuò la sua attività fino al periodo bellico della seconda guerra, assorbita dalla Richard Ginori.

Mia madre ha lavorato alcuni anni come decoratrice alla Ceramica Florio, in via Serradifalco. Credo abbia iniziato a 16 anni. Mi raccontava che vi trovò un ambiente familiare ed accogliente: un luogo di lavoro dove tutto funzionava ma senza mai perdere di vista l’umanità e i diritti delle persone che vi lavoravano. Gli impegati erano sempre trattati con il massimo rispetto e posti al centro delle attenzioni della proprietà.

Raviera prodotta alla Ceramica Florio
Raviera prodotta alla Ceramica Florio

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