Quanta storia a piazza Garaffello

La piazza Garraffello o “Raffieddu“, chiamata comunemente così dai palermitani, si trova all’interno del famoso, ormai ex, mercato della Vucciria.

Piazza Garraffello, anni '70
La piazza Garraffello con la sua fontana del ‘600, circondata dalle auto e dai tendoni degli stand per la rivendita di frutta e verdura. Mercato della Vucciria – Palermo, 1975

La storia

La piazza Garraffello è stata teatro di mille storie già dai tempi delle Repubbliche Marinare, quando la città era un importante nodo per gli scambi commerciali nel Mediterraneo.

I ricchi commercianti Genovesi e Veneziani, consapevoli di ciò, avevano aperto le loro botteghe di rappresentanza presso le vicine logge della Vucciria, e la piazza Garraffello era una sorta di punto nevralgico di tutte le attività commerciali.

Tant’è che in questa piazza, nel palazzo Mazzarino, fu fondata la prima borsa di cambio di Palermo (e forse la prima anche non solo di Palermo).

La fontana e il coccodrillo

Al suo centro, nel 1591, si edificò la bellissima fontana, opera del Gagini, che è stata al centro di tante leggende popolari, ma anche oggetto di mille discussioni.

Una tra queste, a proposito della miracolosità delle sue acque, narra che alla Vucciria, si soleva dire di qualcuno che aveva un comportamento iperattivo o, comunque, preso da una gran voglia di fare, che “forsi si vippi l’acqua ru Raffieddu“. Cioè che probabilmente egli aveva bevuto la miracolosa acqua del Garraffello.

Di fatto, l’acqua che ne sgorgava è stata a lungo considerata capace di curare molti malanni e per questo motivo, in tempi passati, erano tante le persone che venivano anche dagli altri quartieri per rifornirsi del prezioso liquido.

Ma va pure ricordato che questa è la fontana che, nei primi del ‘900, ha dato vita alla bellissima leggenda popolare del coccodrillo della Vucciria.

L’abbandono

Purtroppo, in epoche più recenti, una serie di crolli dovuti all’incuria e all’abbandono ridussero parte degli edifici attorno alla piazza ad un cumulo di macerie.

Poi, la successiva trascuratezza dovuta soprattutto alla desertificazione del popolare mercato della Vucciria ha fatto il resto.

Ancora oggi, i resti di quegli edifici, versano in uno stato impietoso; risultato che è stato aggravato anche dai prevedibili crolli susseguiti a catena negli anni.

L’ultimo, alcuni anni fa, ha interessato la facciata di uno degli edifici perimetrali della piazza ed ha costretto l’amministrazione comunale alla sua chiusura ed alla successiva “messa in sicurezza” delle parti rimaste.

La rinascita del Garraffello

Adesso, si assiste ad una fase di lento recupero, con interventi di ripristino e rivalutazione di ciò che è rimasto in piedi.

Ma esiste un progetto più ampio che prevede la ricostruzione di quanto prima esistente ed il recupero degli spazi, nell’intento di ridare una funzione alla piazza ed a ricostruire il tessuto sociale e commerciale del quartiere.

Questi interventi nascono da finanziamenti privati di ristrutturazione, già in parte posti in opera, ed interessano i palazzi d’epoca Rammacca, Mazzarino e Sperlinga. 

Uwe, a difesa del Garraffello

Nel 2007, Uwe Jaentsh, artista di origini austriache allora di passaggio nella nostra città, notò subito lo stato di degrado in cui versavano la piazza e la bellissima fontana.

L’artista restò colpito da tanta incuria e trascuratezza, e volle fare qualcosa per sensibilizzare l’opinione pubblica cittadina sullo stato di quel monumento, che certamente non meritava questo trattamento.

Uwe si stabilì nel palazzo Mazzarino (dietro alla fontana) e da li iniziò la sua azione dimostrativa, senza dubbio molto forte, e per questo, ferocemente criticata.

Uwe, però, riuscì a catturare l’attenzione dei cittadini ed anche degli amministratori, fino a quel momento “distratti”. Ma di questo parleremo un’altra volta.

Oggi, anche se la fontana risulta restaurata e recintata, la piazza continua a versare in uno stato impietoso ma, sembra che le opere di restauro, come detto prima, stiano finalmente ridando un pò di fiducia per la sua rinascita.

C’è da sperare che in futuro, si possa tornare a far rivivere questo luogo storico ed a ridargli la giusta dignità che certamente merita.

Dove si trova?


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