La strega del Garraffello

L’aneddoto della Strega del Garraffello è solo un esempio di quanto la nostra città non smetta mai di sorprendere, così come tutta la terra di Sicilia. E, per varie ragioni, questa è una considerazione che ho sempre ritenuto fondata e veritiera.

Ma in questa città, in particolare, se esiste una certezza è che dietro ad ogni angolo puoi trovare una sorpresa. Lo so, può apparire contraddittorio ma, Palermo è anche questo. (lascio a chi legge la massima libertà nell’interpretare questa mia affermazione).

Girando per le strade di Palermo, soprattutto per i vecchi vicoli del centro, si può trovare di tutto. Ma a volte, e inaspettatamente, è proprio quel “tutto” a trovare te.

Vecchi edifici in piazza Garraffello, alla Vuciria
Vecchi edifici in piazza Garraffello, alla Vuciria

A questo proposito voglio raccontarvi una storia che ho vissuto in prima persona, alcuni anni fa. E che ancora oggi, reputo abbastanza singolare.

La storia

Come nelle migliori tradizioni popolari, a base di strani personaggi e misteriose creature, farcite di quello che in molti chiamano malocchio, tempo fa mi sono imbattuto in un fatto che in tutta sincerità mi ha lasciato perplesso.

Era una domenica mattina, e mi trovavo con alcuni amici come me appassionati di fotografia. Eravamo in giro per il centro storico di Palermo dove, da instancabili streephers, eravamo a “caccia” di qualche scatto interessante. E lì, vi assicuro, di cose strane se ne trovavano, quando queste non avvenivano proprio davanti ai tuoi occhi. Dovevi solo essere fortunato nel vederle e lesto nel “catturarle”.

Dopo aver fatto un lungo giro per le viuzze del centro, ci siamo diretti nell’ormai ex mercato della Vucciria. Giunti a piazza Garraffello, presso il popolarissimo quartiere, abbiamo fatto una piccola sosta nei pressi della seicentesca fontana del Gagini. Giusto il tempo per elaborare un nuovo percorso e, approfittando del momento, riposarci un pò.

Sembrerà strano, ma improvvisamente provai una di quelle sensazioni difficili da descrivere a parole. Però era un’impressione che tutti prima o poi abbiamo vissuto e conosciamo molto bene: mi sentivo osservato.
Lì per lì, non ho dato molta importanza a questo fatto, perchè caldo e stanchezza erano sicuramente le sensazioni prevalenti.

Ma, dopo pochi secondi, guardandomi intorno, qualcosa ha captato la mia attenzione. Fu in quel preciso istante che mi accorsi di un particolare insolito: a pochi metri da me, sopra la tenda parasole di un negozio, quel giorno chiuso, c’era una strana statuetta. Questa aveva le sembianze di una di quelle creature della notte che solitamente popolano la fervida immaginazione di tanti autori di film horror.

Voi la vedrete solo in foto e potrete farvi un’idea, ma io non credevo ai miei occhi. Eppure quella strana “cosa” era lì, davanti a me! 

La creatura misteriosa

Quella misteriosa creatura era immobile, come congelata, verosimilmente nell’atto di cibarsi delle carni della sua vittima, dopo averla fatta a brandelli.

La strega del Garraffello
La strega del Garraffello

Dalla sua bocca spalancata emergevano due aguzzi canini che sembrava grondassero sangue. Ed era li, in quella posa – immobile -, mentre ai suoi piedi vi era ciò che sembravano i resti del suo pasto: un piccione morto, delle fette di pane ed alcune zampe di gallina.

La scena era stranissima quanto inquietante, sembrava estratta da un episodio della nota serie “Ai confini della realtà“.

L’aspetto di quella “cosa” era tutt’altro che rassicurante e, sinceramente, alimentava quel certo senso di inquietudine pure tra i miei amici. Anche perchè il tutto, manco a farlo apposta, aveva luogo proprio davanti al già sinistro e angosciante Cortile della Morte. Luogo in cui, secondo una leggenda, si ritiene che nel ‘600, vi abitasse il boia del Tribunale della Santa Inquisizione. Insomma, un posto storicamente poco allegro.

Trascorso qualche istante di normale incertezza iniziai a fotografarla ma, continuando a domandarmi cosa potesse significare la sua presenza, e chi poteva averla messa lì.

Dopo aver fatto un paio di scatti cominciai a chiedere ad alcuni passanti che stavano assistendo alla scena, se fossero in possesso di qualche notizia utile a capire il perchè della misteriosa presenza. Ma, nulla da fare, tutti in pratica risposero di essersi appena accorti di quella strana “cosa”, giusto perchè noi stavamo li a fotografarla. Il mistero si faceva più fitto.

La maàrìa

Uno di loro, però, mentre si allontanava di gran fretta, quasi intimorito, ci disse che quella probabilmente era una “maàrìa” (dal termine dialettale arabo-tunisino “Mahara o Imr-aa” che significa donna – maga) ovvero la realizzazione di una strega (dalle nostre parti storpiato in “Maàra”). Nella credenza popolare uno strumento del male, utile a richiamare demoni malvagi per arrecare danno ad altri, attraverso uno o più sortilegi.

La strega del Garraffello

Era un feticcio insomma. Una specie di bambolina Voodoo, ma senza gli spilloni conficcati, come invece hanno quelle che siamo abituati a vedere al cinema, nei films a tema.

Idee poche, e confuse

Forse era la riproduzione di un misterioso abitante delle tenebre, usata in alcuni casi per arrecare del male“. Altri mi riferirono così.

Successivamente appresi che poteva trattarsi di una specie di amuleto. In questo caso, messo lì da ignoti, forse a protezione dal malocchio o chissà da quale ipotetico sortilegio scagliato da chissà chi. Insomma, non ne capimmo molto di più. Ma tanto ci bastava e siamo andati via.

Storie palermitane

Una strana storia questa. Una storia che sconfina in uno di quei misteri, le cui origini si perdono nella notte dei tempi e in certi racconti originati da credenze popolari che vengono narrati da secoli.

Una storia per certi versi molto simile a quelle che, appena adolescenti, ricordo, ci raccontavamo tra amici nelle calde serate d’estate. Chi non l’ha mai fatto?

Storie di fantasmi, vampiri e lupi mannari assetati di sangue erano i nostri argomenti preferiti. Aneddoti dal fascino lugubre che stavano a metà tra la pura invenzione del momento e il semplice sentito dire. Ma che, giuro, a quell’età facevano quasi sempre rabbrividire!

Logica vuole, e nella realtà spero sia andata così, che tutto questo sia solo frutto di uno scherzo di pessimo gusto fatto ai danni del titolare del negozio. Magari ad opera di qualche “amico” bontempone con uno spiccato gusto per l’horror?

L’interrogativo resta. Chissà, forse anche questo è uno dei tanti misteri della nostra vecchia Palermo che, malgrado tutto, non smette mai di stupirci.

Dove si trova?


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