“IV Esposizione Nazionale Italiana”, inaugurata nel 1891 a Palermo. La prima Expo del sud Italia.
La storia
Organizzata con il sostegno dell’allora ex Presidente del Consiglio Francesco Crispi, l’Expo si snodava attraverso una serie di monumentali padiglioni progettati dal noto architetto Ernesto Basile.
Questa contava su una superfice espositiva che occupava un’area di forma quasi rettangolare allora chiamata “Firriato di Villafranca“: zona che oggi possiamo inquadrare tra la piazza Castelnuovo e le vie Libertà, P.pe di Villafranca e La Farina.
Una mostra molto ricca e articolata in dodici divisioni, sistemate su un’area di 130 mila mq, di cui 70 mila coperti, con ben 7.000 espositori presenti.
La cerimonia inaugurale
Il vernissage in pompa magna, il 15 novembre di quell’anno, avvenne con uno sfarzoso ricevimento che si tenne nel grande salone delle feste, appositamente realizzato al suo interno.
Ciò avvenne alla presenza del re Umberto I e del presidente del consiglio Antonio Starabba, marchese di Rudinì, che diedero lustro all’intero evento.
L’edizione dell’esposizione restò aperta fino al 5 giugno 1892. E nel corso dell’intera manifestazione vennero emessi 1.205.000 biglietti: un vero record di partecipazione.
Gli stand espositivi
Tra gli espositori anche la famiglio Florio con le sue produzioni enologiche di qualità (diverse le varietà del famoso Marsala esposte e anche un ottimo Cognac). Erano previste anche una galleria delle belle arti e una mostra etnografica siciliana.
Degna di nota la speciale mostra di elettricità, allora elemento innovativo e ancora molto misterioso, alla quale intervennero 73 espositori, di cui 35 nazionali, 33 francesi e 5 tedeschi.
Manifestazioni collegate
Nel periodo dell’esposizione si tennero numerose manifestazioni collegate a quella principale, tra le quali la messa in scena dell’Otello di Verdi, al teatro Politeama, in occasione della giornata inaugurale dell’Esposizione.
Oltre a ciò: le ascensioni in mongolfiera, gare di tiro a segno e le corse dei cavalli alla Real Tenuta della Favorita.
E a corollario di tutto questo, non potevano certo mancare gli spettacoli coi fuochi d’artificio.
La Plaza de Toros palermitana
Alle interessanti manifestazioni collaterali si aggiunse anche la Corrida, con veri tori e toreri.
La Plaza de Toros, per l’occasione allestita nell’ampia piazza delle Vittorie richiamò tantissimi spettatori, molti dei quali però, rimasero poco entusiasti dello spettacolo giudicandolo raccapricciante.
La corrida di Palermo fu il secondo tentativo simile in Italia. Già due anni prima, se ne tentò un altro a Roma con alcuni toreri spagnoli, ma anche quella volta fu uno spettacolo di scarso successo che non venne più replicato.
Ma, in realtà, i successivi tentativi nel nostro paese sono stati svariati.
Dopo la chiusura dell’Esposizione tutte le strutture, che erano già progettate per un facile smantellamento, sono state dismesse, e la zona dell’ex “Firriato” è stata urbanizzata con gli eleganti edifici residenziali che in buona parte, ancora oggi, possiamo ammirare.
Obiettivo mancato
Purtroppo, l’Esposizione, contrariamente a quanto si immaginava, non costituì il volano per favorire lo sviluppo dell’isola, ma solo annoverata dagli amanti del divertimento e della Belle Epoque, tra le più interessanti manifestazioni mondane da ricordare.
La storia si ripete
Sorte peggiore, è toccata alla più recente Fiera del Mediterraneo che, negli intenti e per i primi anni del dopoguerra, sembrava dovesse decollare e contribuire allo sviluppo commerciale della nostra regione ma, alla fine, dopo decenni di edizioni la realtà fu ben diversa.
Dove si trova?
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