La sfincia di San Giuseppe

La sfincia di San Giuseppe la chiamiamo anche “Spincia” (dal latino spongia, cioè spugna) e la sua storia parte da molto lontano.

La sfincia di San Giuseppe
(GiulioLombardo92, CC BY-SA 3.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0, via Wikimedia Commons)
Le sfincie di San Giuseppe
(GiulioLombardo92, CC BY-SA 3.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0, via Wikimedia Commons)

Si tratta di un sofficissimo dolce, guarnito con una deliziosa crema di ricotta, che a Palermo si gusta soprattutto il 19 marzo per la ricorrenza di San Giuseppe: tradizionalmente alla fine di un bel pranzo, di cui la tipica prima portata è costituita dal un bel piatto di pasta con le sarde.

La storia

Attorno al 1600, durante la dominazione spagnola della Sicilia, nell’odierna piazza Verdi di Palermo, quella dove oggi sorge il teatro Massimo, per volere di donna Imara Branciforti, figlia dei principi di Butera, (don Fabrizio, e donna Caterina Barresi), si edificò il convento delle Stimmate.

All’epoca era consuetudine che le suore, per contribuire al sostentamento dei rispettivi conventi, si dedicassero ad attività come quelle del ricamo o della pasticceria. In tal modo, il ricavato dalla vendita dei prodotti frutto del loro lavoro veniva speso per far fronte alle necessità del convento stesso.

Un altro esempio in tal senso è dato dalle attività delle suore del convento di Santa Caterina, nella non distante piazza Bellini, che erano conosciutissime pure a Corte per la loro produzione di dolci sopraffini.

Tra le specialità prodotte alle Stimmate, spiccava quella delle cosiddette sfincie.

La sfincia e le sue origini

Nella realtà, pare che le suore delle Stimmate avessero usato l’antica ricetta di un prodotto che tutti conosciamo come “frittelle”, aggiungendovi zucchero e miele e facendone un dolce dedicato a San Giuseppe.

Alcune fonti, sostengono che di queste “frittelle” ci fosse traccia, sotto un altro nome, addirittura nella Bibbia. Altre ancora, affermano che è possibile si tratti di un antichissimo preparato di origini persiane.

Insomma, delle reali origini di questo dolce poco si sa, e si naviga a vista tra le tante incertezze.

Quello che sembra certo è che la ricetta delle sfincie sia stata girata dalle suore alle mani dei pasticceri palermitani, che sono gli autori della farcitura alla crema di ricotta che si riscontra nel dolce così come oggi lo conosciamo.

La sfincia oggi

Anche nel trapanese, esiste una versione della sfincia, ma con lo zucchero e la cannella. A Custonaci, da qualche decennio, si organizza una sagra in onore di questa bontà.

Infine, anche nella zona di Nicosia (EN) si prepara un prodotto molto simile, senza la ricotta, ma sempre usando zucchero e cannella.

Ovviamente, come è successo per il cannolo, anche la sfincia ha recentemente subito delle modifiche. Queste tese, soprattutto, a venire incontro alle più recenti tendenze maturate anche nei gusti.

Sfincia di San Giuseppe
Daniele Pugliesi, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons
(Daniele Pugliesi, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, via Wikimedia Commons)

Nasce così, ad esempio, la sfincia con crema al pregiatissimo pistacchio di Bronte, specialità sicula che oggi viene usata praticamente in ogni dolce esistente sul pianeta terra… e anche di più.

Dove si trova?


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