Villa Deliella

Villa Deliella, la sconosciuta. Alcuni tra quanti leggeranno questo articolo, forse non avranno mai sentito parlare di villa Deliella. Ma, magari avranno conosciuto per varie ragioni contingenti il parcheggio/autolavaggio, che fino a qualche anno fa aveva sede in piazza Francesco Crispi (piazza Croci), proprio al posto della villa.

Villa Deliella
Villa Deliella nella piazza Crispi

Ebbene, rivolgendomi a questi ultimi, ritengo sia utile informarli che un tempo, nell’area dove fino a qualche anno fa vi era il parcheggio privato, sorgeva la bellissima villa Deliella

L’immagine dinamica di Street View, qui in basso, ci restituisce un’idea precisa sul dove si trovava la villa e cosa c’è adesso al suo posto (proprio dietro a quei cartelloni pubblicitari).

La storia

Villa Deliella era la dimora dell’omonimo casato nobiliare palermitano, i cui rappresentanti, all’epoca, potevano fregiarsi del titolo di principi.

Realizzata in stile liberty nel 1905, la bellissima villa, manco a dirlo, era nata dalla progettualità sopraffina dell’architetto Ernesto Basile che la immaginò attorno alla fine dell’800, su commissione dei principi Deliella.

I lavori per la sua costruzione, eseguiti dalle maestranze dell’impresa di costruzioni di Salvatore Rutelli, trovarono ultimazione nel 1907.

Villa Deliella
Villa Deliella

Gli interni

Su suggerimento dello stesso Basile, gli arredi interni si realizzarono alla Ducrot: celebre mobilificio palermitano, le cui officine e la linea di produzione avevano sede presso gli odierni Cantieri Culturali alla Zisa.

Gli arredi di villa Deliella
I raffinati arredi di villa Deliella prodotti dal mobilificio Ducrot di Palermo

Il sacco

La villa, abbattuta nel 1959 ad opera della “cricca” che allora gestiva ed amministrava la concessioni edilizie nella nostra città, non venne mai più ricostruita.
In tal senso, il cosiddetto “sacco di Palermo” dovrebbe spiegare tutto.

Nel 1954 l’assessorato ai beni culturali della Regione Siciliana aveva provato a porre alcune limitazioni a protezione dell’immobile, in quanto dimora storica e pregiata opera architettonica del Basile, ma inutilmente.

Lo strumento della variante

Con una mossa tempestiva, il Comune di Palermo, poco prima dell’entrata in vigore del vincolo sui manufatti storici, che allora scattava a 50 anni dalla loro costruzione, approvò una variante al piano regolatore cittadino, che consentì l’immediato abbattimento dell’immobile.

L’atto amministrativo è stato approvato dal consiglio comunale assieme a innumerevoli emendamenti. Le varianti apportate al piano regolatore permisero di fatto di costruire nell’area di via Libertà, a sfregio della bellezza delle dimore d’epoca allora esistenti, tra le quali anche villa Deliella.

In quei concitati giorni, con un solo tratto di penna si vanificarono parte degli sforzi compiuti tra la metà dell’800 e i primi del ‘900. Sforzi allora promossi ed attuati con lo scopo di abbellire quella zona, portandola a livelli di eleganza pari alle più importanti capitali europee.

Tutto ciò avvenne molto spesso, con la complicità più o meno volontaria di alcuni proprietari degli immobili ricadenti in quella zona, tutti potenziali destinatari del provvedimento appena approvato.

Di fatto, in quel periodo, molte delle ville che un tempo costeggiavano entrambi il lati dell’elegante viale della Libertà furono demolite e sostituite da anonimi palazzoni. Basta fare un passeggiata nel viale, lungo l’intera estensione, dal teatro Politeama a piazza Vittorio Veneto (la Statua), per rendersi conto di persona.

L’abbattimento

Villa Deliella, però, subì una sorte diversa rispetto alle altre. Infatti, conclusa la demolizione, al suo posto rimase il vuoto. Vediamo perchè.

L’abbattimento della villa, come già detto, è figlio della sopracitata modifica al piano regolatore di Palermo. E grazie al consenso del suo ultimo proprietario, la demolizione iniziò subito e durò pochissimi giorni, qualcuno riporta – uno solo -.

L'abbattimento di villa Deliella
Le operazioni di demolizione di villa Deliella

Furono giorni, durante i quali, si rilasciavano centinaia di concessioni edilizie, spesso senza verifiche tecniche, controllo sul rispetto dei requisiti minimi, ma anche del semplice buonsenso.

Il risultato? La costruzione / cementificazione senza regole prese il via in molte parti della città.

Le macerie, danno su danno

A questo punto, qualcuno tra voi potrebbe chiedersi: e le macerie di tutte queste demolizioni che fine hanno fatto?

Semplice. Avete presente la spiaggia di Vergine Maria e quello strano promontorio che cade a picco sul mare, ai piedi del Monte Pellegrino? Adesso, fate 2 + 2.

Promontorio Vergine Maria
Il promontorio artificiale di Vergine Maria

La “spiaggia” e quel “promontorio” sono fatti dalle macerie di villa Deliella e delle tante altre dimore storiche che sono state abbattute in quel periodo. Assieme a queste, anche la terra di scavo per realizzare le fondamenta dei nuovi edifici che vennero realizzati al loro posto.

L’incidente e la protesta

File interminabili di camion sversarono per mesi i detriti in questo tratto di costa, fino a quando, un giorno, avvenne un incidente. Una bambina venne investita da uno dei camion che trasportavano gli sfabbricidi.

Il triste evento fu la scintilla che fece esplodere la protesta degli abitanti della zona che realizzarono, con delle barricate improvvisate, il blocco della strada. Blocco che durò fino a quando non ottennero dall’amministrazione cittadina la fine degli sversamenti.

Così nasceva la nuova Palermo

Si andava dalla via Libertà alle future zone urbanizzabili tra le vie Da Vinci, Sciuti, Lazio, Strasburgo, Nebrodi, e così via. Era molto facile acquistare e costruire. E molte delle note imprese di costruzione dell’epoca, particolarmente interessate alla questione, seppero approfittare e realizzare.

Anche a causa della progressiva decadenza della nobiltà, ed i costi elevatissimi per la manutenzione degli immobili di pregio, molti proprietari cedettero all’idea di vendere l’elegante dimora di famiglia per disfarsi di tutto, oneri compresi.

Così, Palermo, in un tempo relativamente breve cambiò aspetto, e al posto delle ville nobiliari, dei giardini, ed i famosi agrumeti della Conca d’Oro, nell’arco di 20 anni nacquero una moltitudine di nuovi quartieri, nuove strade e moderni condomini da 14 piani. Era iniziata l’espansione nella zona nord. In pratica, la città che oggi conosciamo.

L'urbanizzazione della zona attorno a via Leonardo Da Vinci - anni '50
L’urbanizzazione della zona attorno a via Leonardo Da Vinci – anni ’50

In questo contesto, come già detto, è stato commesso lo scempio che ha portato all’abbattimento di alcune tra le eleganti ville nobiliari di via Notarbartolo e via Libertà, tra queste, anche quello di villa Deliella al cui posto, però, non è stato costruito nulla. Ciò avvenne solo per un intoppo burocratico che bloccò il rilascio della concessione edilizia. Malgrado gli “sforzi” e l’abbattimento a tempo di record della villa, l’operazione non riuscì a realizzarsi completamente.

L’area vuota, successivamente occupata dall’autolavaggio di cui abbiamo accennato in premessa, è stata sgomberata solo qualche anno fa, al termine di un lungo percorso burocratico/amministrativo.

Progetti futuri

Secondo un’iniziativa privata, nata dall’idea di un gruppo di architetti palermitani, nell’area rimasta sgombra ed inutilizzata si dovrebbe ricostruire la copia della villa, utilizzando i progetti originali del Basile, ancora conservati.

L’utilizzo previsto per la nuova struttura, il cui finanzamento è già stanziato dalla Regione Sicilia, sarà la sede del Museo Siciliano del Liberty.

Dove si trova?


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