Ho incontrato una pantera, si avete letto bene: una pantera a Palermo.
Devo dire che dalle nostre parti, in quanto a fatti curiosi, mostri, draghi e fantasmi, non ci siamo mai fatti mancar niente.
E, ovviamente, non potrevamo farci mancare neppure la pantera. Ma non una qualunque, una ferocissima pantera nera.
Penso che in parecchi ricorderanno questa storia. Ma, visto che son passati tanti anni da allora, e che pochi giorni fa abbiamo parlato dell’avvistamento di un’altra misteriosa creatura avvenuta in città, ho pensato che forse era il caso di rispolverare anche questa vecchia vicenda.
Per chi non ne avesse memoria, vi parlerò dell’inafferrabile pantera palermitana.
La storia
Erano i primi di luglio del lontano 2010, una di quelle calde serate trascorse davanti alla TV, con il ventilatore acceso. Stanco, dopo una giornata di lavoro, ecco improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, arrivare la notizia che non ti aspetti… quella che ti fa sobbalzare dalla sedia.
A Palermo, è stata avvistata una pantera!
Come una pantera? Pensai. Eppure così ne stava dando notizia il servizio alla TV, mentre scorrevano le immagini di feroci felini che si rincorrevano nella giungla. Stavano dicendo sul serio? Si trattava davvero di una ferocissima pantera nera?
Ho incontrato una pantera
Pare che il pericoloso felino fosse stato avvistato da più di una persona, all’estrema periferia della città, tra Borgo Nuovo e la strada per Bellolampo, in mezzo alle sterpaglie di un terreno incolto, alle falde del monte Cuccio.
La notizia fece subito il giro della città e, in breve tempo, le autorità si mobilitarono per provvedere alla localizzazione ed alla cattura del pericoloso animale.
Scatta l’allarme
Polizia, Carabinieri e Guardia Forestale, si misero subito al lavoro. Furono immediatamente interpellati i massimi esperti del settore: dall’Istituto Zooprofilattico ai dipartimenti di zoologia e veterinaria dell’Università. Anche la Zoo Fattoria di Terrasini fu chiamata a dare il suo contributo.
L’idea era di mettere su un piano d’azione coordinato, al fine di garantire la sicurezza pubblica e catturare l’animale, prima che questo potesse fare del male a qualcuno. Si pensò di circondarlo e narcotizzarlo con apposite fiale di sedativo, sparate a distanza da un’apposita carabina.
Le ricerche hanno inizio
In breve fu inibita e setacciata tutta la zona, fino a Bellolampo. Squadre di operatori delle forze dell’ordine, coadiuvate dai forestali e dagli esperti chiamati a dare supporto, si misero subito alla ricerca del pericoloso animale.
La caccia alla pantera era aperta
Un elicottero della forestale sorvolava ininterrottamente la zona tra Bellolampo, monte Cuccio e Baida, nel tentativo di avvistare l’animale dall’alto e coordinare le forze a terra per un eventuale intervento di coercizione o, in estremis, di abbattimento.
Ma fu tutto inutile. Dopo aver setacciato più volte l’intera zona, della pantera non si vide manco l’ombra. E si continuò così, per giorni e giorni.
La pantera sparita
Malgrado le affannose ricerche, del misterioso animale si persero improvvisamente le tracce. Si era come volatilizzato. Sembrava sparito nel nulla.
Finchè, la notte del 13 di luglio, in via Bronte, nei pressi della zona di Sant’Isidoro, qualcuno aveva udito dei forti ruggiti.
La mattina successiva si sparse la notizia che, sempre in zona, alle prime luci dell’alba, la forestale era riuscita a fotografare qualcosa. Forse era proprio l’animale che tutti stavano cercando da giorni.
Quel giorno era il 14 luglio, giornata di Festino. E mentre i palermitani erano intenti a festeggiare la Santuzza e a mangiare i tradizionali babbaluci, la pantera nera aveva deciso di tornare a far parlare di se, stavolta attraverso una foto che fu pubblicata su tutti i giornali.
Poi, di nuovo, il silenzio. Per giorni nessuna apparizione, nessun ruggito. Nessun movimento sospetto.
La paura della pantera
La paura, però, era già montata e i giorni successivi, nei pressi delle zone di avvistamento, si evitava di uscire di casa la sera, così come suggerito dal buonsenso, ma anche dalle autorità.
In pratica, malgrado la pantera non si vedesse in giro da giorni, il suo “fantasma” aleggiava comunque nell’aria. La sola idea di potersela ritrovare davanti, per strada, incuteva il terrore nella gente.
L’inchiesta della Procura
Nel frattempo, la Procura di Palermo, aveva aperto un fascicolo, ipotizzando una fuga dell’animale, che presumibilmente era stato tenuto illegalmente da ignoti.
Passarono così gli interminabili giorni dall’ultimo avvistamento: giornate trascorse in apprensione, mentre un carosello di esperti dispensava quotidianamente consigli nei TG delle TV locali, proponendo le soluzioni più disparate per catturare il grosso felino, oltrechè suggerimenti pratici su come evitarlo. Oppure, sul cosa fare in caso di sfortunato incontro.
L’ennesimo avvistamento
Ma improvvisamente, dopo circa una settimana, quando sembrava che l’allarme stesse per rientrare, ecco riapparire la pantera. Stavolta non più a Borgo Nuovo o a Sant’Isidoro. La bestia, era stata vista aggirarsi nei pressi del monte Gallo, a Mondello. In un punto distante chilometri rispetto al luogo dell’ultimo avvistamento.
Anche li fu subito il panico. Si diceva che la pantera poteva essersi spostata di notte, riuscendo a raggiungere quella zona con il favore dell’oscurità.
A Mondello venne avvistata in una zona isolata, da una famiglia che, per fortuna in macchina, stava facendo rientro a casa in tarda serata. Fu un attimo, disse uno dei testimoni: “mentre procedevo in una zona buia, qualcosa di scatto ha attraversato la strada, proprio a pochi metri dall’auto. Ho frenato bruscamente… era lei… la pantera nera. E’ stato un’attimo, ma ho visto la sua sagoma scura molto bene. Correva e si è dileguata tra le sterpaglie.”
Ma anche quella volta, malgrado gli sforzi, e i numerosi tentativi di cattura, la pantera riuscì sempre a farla franca, tenendo in scacco le forze dell’ordine.
La pantera furbacchiona
Si era tentato di tutto: dagli appostamenti notturni, alle telecamere a infrarossi, recinzioni elettrificate e reti di ogni sorta. L’ultima ratio fu una trappola realizzata dalla forestale: un recinto con dentro un maialino vivo, usato come esca. Ma niente da fare… la pantera non ci cascava e si teneva ben lontana dai tranelli.
E’ un felino molto furbo, si pensò.
Scoppia la psicosi
Poi, improvvisamente, il delirio. Nei giorni seguenti, come per magia, gli avvistamenti si moltiplicarono e stavolta nei posti più disparati. La psicosi era scoppiata. La pantera, misteriosamente, veniva avvistata e fotografata dappertutto… in più punti, distantissimi tra loro, contemporaneamente.
Li cominciai a sospettare che ci fosse sotto qualcosa: ma davvero questa pantera è inafferrabile? Oppure tutto ciò è la trovata di qualche bontempone? Uno scherzo di pessimo gusto, poi sfuggito di mano? O una vera bufala sapientemente organizzata a tavolino?
Il mistero è risolto
Nei fatti, dopo oltre un mese di ricerche, i cacciatori dovettero arrendersi all’evidenza. Le tante foto portate a supporto delle testimonianze e i tantissimi avvistamenti, ad un esame più attento, si rivelarono dei falsi o, comunque, prove inconsistenti. La presenza di un felino nelle foto forse c’era… ma con buona probabilità si trattava di comuni gatti neri, immortalati su immagini sgranate. E sempre ripresi da lontano, come nella foto qui in basso.
L’archiviazione del caso
Intanto il PM archiviò l’indagine. E da quel momento, della pantera nera, non si sentì più parlare.
Alla fine, tutti dovettero farsene una ragione, anche i più timorosi: la pantera era solo nei progetti di qualcuno che si è preso gioco di noi. E’ andata proprio così.
Oggi, ripensando a quei momenti il sorriso è inevitabile. Ma, è vero, quella volta qualcuno ci ha fatti fessi… tutti! … E ancora se la ride, sghignazzando divertito, alle nostre spalle!
Dove si trova?
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