Il Corano alla cattedrale – La sura, si trova incisa nella prima colonna a sinistra del portico meridionale della Cattedrale di Palermo. Tra i particolari insoliti della nostra città, questo è uno di quelli che sicuramente meritano la nostra attenzione.
La storia
La città di Palermo, come tutta la Sicilia, è stata dominio arabo per alcuni secoli: questo non è certo un mistero.
Del periodo della dominazione, fatta qualche piccola eccezione, ormai non rimangono più tracce originali e dirette. Ma alcune di queste, però, sono ancora oggi riconoscibili, quanto meno sotto gli aspetti delle influenze stilistiche e, soprattutto, nelle caratteristiche architettoniche “ispirate” o di chiaro gusto islamico.
Caratteristiche che comunque sono riscontrabili in alcuni tra i più importanti monumenti della nostra città.
Ciò, malgrado si tratti di costruzioni in stile arabo-bizantino, edificate dai Normanni, utilizzando maestranze di origini arabe. Un bel mix.
A queste conclusioni si arriva dalla datazione di queste opere, che è sempre successiva al 1072: data “ufficiale” della cacciata degli arabi dalla Sicilia. Fermo restando che i nuovi invasori – i normanni – autorizzati a governare da Papa Niccolò II, si ritrovarono in una terra ricca e non disprezzarono affatto le capacità degli arabi, tant’è che impiegarono le loro doti artistiche in molte delle realizzazioni che oggi conosciamo.
E fu così che il conte Ruggero d’Altavilla si trasformò, da avventuriero senza terra, in uno dei sovrani più potenti del mondo.
Ma a parte questi esempi, ed alcuni Qanat, di cui recentemente si è tornato a parlare, ne esiste uno molto particolare, come già anticipato nell’introduzione, che sicuramente non ci si aspetterebbe di trovare proprio lì dov’è. Vediamo perchè.
La sura della cattedrale
Si tratta dell’incisione su una colonna di marmo (bassorilievo), la prima a sinistra del porticato d’ingresso, della cattedrale palermitana. Più precisamente del Versetto 54 della Sura 7 del Corano, la cui traduzione recita:
“Egli copre il giorno del velo della notte che avida l’insegue; e il sole e la luna e le stelle creò, soggiogate al Suo comando. Non è a Lui che appartengono la creazione e l’Ordine? Sia benedetto Iddio, il Signore del Creato!”
Nella foto che segue è indicato con esattezza il punto, nel lato meridionale della cattedrale, in cui è collocata la colonna. Su questa è presente l’incisione coranica.
E’ quantomeno insolito che un versetto del Corano possa trovarsi inciso su una colonna che fa parte del portico monumentale di una importante cattedrale cattolica. Eppure è così.
Altre iscrizioni islamiche su colonne
Ma va detto che l’incisione nella colonna della cattedrale non è l’unica del genere nelle chiese di Palermo. Un altro esempio analogo è rappresentato da una colonna della chiesa della Martorana (1143) che riporta iscrizioni cufiche. Anch’essa, probabilmente, risultato di un recupero di elementi strutturali provenienti da altri siti.
(Matthias Süßen, CC BY 3.0 https://creativecommons.org/licenses/by/3.0, via Wikimedia Commons)
Non solo colonne
Altra singolarità, e stavolta abbandoniamo le colonne per parlare di soffitti, è la decorazione di quello della cappella Palatina: unico esempio esistente al mondo di soffitto a muqarnas, realizzato in un edificio cristiano. Anche questo presenta, tra le altre, delle iscrizioni cufiche: una forma calligrafica della scrittura araba, nata nella città di Kufa, in Iraq.
(© José Luiz Bernardes Ribeiro)
La storia
La storia della cattedrale, in realtà è abbastanza complessa, ma vale la pena accennare brevemente almeno ai passaggi principali.
Nel luogo in cui sorge oggi la bellissima cattedrale di Palermo, nel IV secolo esisteva già una basilica paleocristiana, poi distrutta dalle orde dei Vandali e quindi riedificata attorno all’anno 590, per volere di Papa Gregorio Magno.
Su quest’ultima nell’anno 831 i saraceni, che avevano conquistato la città, cominciarono ad edificare la grande moschea detta Gami: struttura che poteva accogliere ben 7000 fedeli contemporaneamente.
Palermo islamica
Palermo, in quel periodo, fu quasi completamente islamica: religione che venne imposta con la forza dagli invasori.
Le chiese Cristiane vennero quasi tutte trasformate in moschee, (se ne contavano fino a 300 in città). Tant’è che Palermo, per numero di queste, era pari alla città di Aleppo, in Siria.
Da quello che risulta, dopo un primo periodo di feroce persecuzione dei fedeli, la religione Cristiana venne in qualche modo “tollerata”, ma solo dietro il pagamento di una grossa tassa per chi intendeva continuare a professarla.
Nella pratica, chi non professava la religione islamica, a meno di non esporsi direttamente e subirne le conseguenze, doveva farlo in gran segreto. Questo favorì il moltiplicarsi di luoghi di culto cristiani ipogei, dove si poteva pregare, lontano da occhi indiscreti.
Il periodo normanno
Successivamente al 1072, con la cacciata degli arabi dalla nostra città e dalla Sicilia, come prima accennato, (grazie all’esercito di Roberto il Guiscardo e del Conte Ruggero), Papa Alessandro II, sempre attraverso il casato degli Altavilla, impose la distruzione della moschea Gami e di tutte le altre esistenti.
Contemporaneamente Papa Alessandro ordinò la costruzione, nel medesimo luogo, di una nuova grande cattedrale, simbolo della cristianità.
Venne quindi ordinata – in tutta la Sicilia – la cancellazione di tutte quelle tracce che ricordavano il periodo islamico. E così avvenne.
Il recupero dei materiali
Al tempo, era normale la pratica di riciclare il riciclabile e, le colonne di marmo, solitamente costose, pesanti e difficili da trasportare, erano un elemento di facile riutilizzo sul posto.
Probabilmente per questa ragione si decise di recuperare alcuni degli elementi che facevano già parte della preesistente moschea e, forse, anche qualcuno superstite della precedente basilica (?).
Tra questi elementi di recupero, pare anche la colonna in questione con quell’iscrizione incisa sul fusto.
Si produsse così il riadattamento dei luoghi al nuovo culto, e si osservò quanto ordinato dal Papa… forse con qualche eccezione.
Fu una superfetazione senza fine che, grazie anche alle aggiunte ed alle modifiche operate in epoche successive, ci ha regalato come risultato finale l’odierna cattedrale. Gioiello che, per mix di stili architettonici, è decisamente unico al mondo.
La sura del Corano
Ancora oggi, l’incisione nella colonna è perfettamente visibile, in ricordo di ciò che fu questo luogo in un tempo ormai sperduto nel nostro passato. Va detto pure che non si ha certezza assoluta della sua autenticità ma, ad oggi, non sembra dimostrata alcuna ipotesi contraria; sebbene si sappia che il portale di ingresso meridionale della cattedrale è stato costruito, da Antonino Gambara, solo nel 1453(?). Purtroppo, su questo dato non ho certezza, in quanto secondo fonte istituzionale: Archivio Biografico del Comune di Palermo, il Gambara sarebbe deceduto nel 1442. Mentre di tutt’altro avviso è l’Ufficio Culturale dell’Arcidiocesi, secondo il quale, lo stesso Antonino Gambara, avrebbe portato a termine l’opera nel 1453. Qui, alzo le mani.
In ogni caso, si tratta di epoche di secoli successive a quelle del dominio arabo.
Dove di trova?
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