Dirigibili alla Favorita. E la città spiccò il volo!

Dirigibili alla Favorita, si, avete letto bene! Non fu il sogno di qualche eccentrico appassionato aviatore dell’epoca, ma una realtà che fece letteralmente “decollare” la città negli annali della storia dell’aviazione.

Dirigibile dell'Aeronautica presso gli hangar della Favorita
Il grande hangar ed il dirigibile, durante le operazioni di preparazione al decollo – Palermo, anni ’10 del ‘900

Forse non tutti sanno che, già prima degli anni ’20, l’aeronautica militare aveva realizzato in Sicilia circa trenta aeroscali, sparsi in diverse località della nostra regione. Tra questi, alcuni destinati ai dirigibili.

E quasi certamente non tutti saprete che, per almeno 20 anni, Palermo è stata sede del comando aeronautico della Sicilia.

La storia

La vocazione per il volo nella nostra terra, e in particolar modo nella nostra città, era già iniziata a metà ‘800 con i primi voli in mongolfiera partiti dal parco della Favorita. Ancora alla fine dell’800 queste attività continuarono, inserite all’interno delle grandi manifestazioni, come l’Esposizione Nazionale che si tenne in città nel 1891-92.

Il Campo di Volo

Successivamente, nel 1903 a Mondello nacque il “Campo di volo” e cioè il primo aeroporto della Sicilia. Fu li che nel 1910 si tenne il primo Meeting d’Aviation che annoverava tra gli organizzatori anche l’immancabile Ignazio Florio.

Fu in quell’occasione che il pilota piemontese Clemente Ravetto, con un’impresa memorabile per i tempi e le pionieristiche tecnologie allora disponibili, si alzò in volo su Palermo per circa tre minuti, ad un’altezza di quasi 40 mt dal suolo. Un vero miracolo tecnologico!

Un grande avvenimento per quell’epoca, che ancora oggi è ricordato da una stele commemorativa collocata a Mondello, in piazza Caboto.

E da li, a poco, nel giugno 1917 nasce la 3ª Sezione Idrovolanti, dotata di 3 FBA Type H, con sede al Porto di Palermo.

Il primo volo di linea

Nello stesso anno, vide la luce il primo volo postale Palermo-Napoli effettuato con idrovolante, così come ci ricorda pure l’emissione di un francobollo commemorativo da 25 centesimi.

Per la prima volta si stabilì la prima rotta commerciale civile con un idrovolante che partiva da Genova con scalo a Napoli, alle ore 14.30, ed arrivo all’idroscalo di Santa Lucia di Palermo alle ore 17.30, e viceversa.

Idrovolante alla Cala
Idrovolante in servizio di linea all’idroscalo Santa Lucia, presso la Cala

Negli anni successivi sarà un susseguirsi di nuove rotte per Catania, Tunisi e Malta.

I dirigibili

Ma la tradizione aeronautica palermitana si era gà spinta oltre.

Negli anni ’20 del secolo scorso, Palermo si dotò di un aeroscalo munito di un enorme hangar che era capace di ospitare ben due grandi dirigibili contemporaneamente. Si trattava di una struttura realizzata su progetto dell’Aeronautica Militare, in un ampio terreno, nei pressi del parco della Favorita.

I dirigibili che vi stazionavano, erano utilizzati soprattutto per effettuare rilievi topografici e fotografie aeree.

L’aeroporto di Boccadifalco

Nel 1922, era stato fondato a Palermo, da Giuseppe De Marco, pioniere dell’aviazione, il primo Aeroclub di Sicilia.

Ed è proprio grazie alle sollecitazioni dello stesso Aeroclub, che nel 1929 si pensò di costruire l’aeroporto di Boccadifalco. Quest’ultimo, nel 1931, ospitò una manifestazione storica organizzata dal pioniere dell’aviazione palermitana, Beppe Albanese: questa fu la prima tappa del Giro Aereo d’Italia.

Se la passione per il volo aveva spinto in tanti ad avvicinarsi all’aeronautica, le motivazioni maggiori arrivarono dal fronte militare.

Nel 1937, venne installata a Boccadifalco la stazione meteorologica dell’aeronautica, e via via, la connotazione dello scalo divenne sempre più militare (almeno fino al dopoguerra).

Aeroporto di Bocca Di Falco
Aeroporto di Bocca Di Falco – anni ’50

Ma alla fine degli anni ’50, l’aeroporto di Boccadifalco era già diventato, in ordine di importanza e di traffico aereo, il terzo scalo civile d’Italia, dopo Roma e Milano.

L’aeroporto di Punta Raisi

Nacque così l’esigenza di realizzare un nuovo aeroporto capace di soddisfare la domanda, sempre crescente, di spostamenti civili con i comodi e velocissimi mezzi aerei.

Piccola nota

Qui inizia un capitolo “grigio” della nostra aviazione storica che, tanto per cambiare, si scontra e si intreccia con la politica e la mafia.

Il nuovo aeroporto

Per la realizzazione del nuovo aeroporto civile di Palermo, un comitato tecnico aveva indicato, quale luogo adatto e sicuro, una zona di campagna, individuandola tra le località di Aspra ed Acqua dei Corsari. Ma la storia, e le evidenze dei fatti, ci suggeriscono che la decisione presa andò contro queste indicazioni/raccomandazioni, per favorire il sorgere del nuovo aeroscalo nella zona di Punta Raisi. Evidentemente, si perseguirono altri interessi. Di questo fatto se ne occupò anche Peppino Impastato, facendone motivo delle sue tante proteste/denunce.

Ciò avvenne, sebbene la zona scelta si trovasse a ridosso della montagna, nelle immediate vicinanze del mare e in un luogo notoriamente ventoso. Come se non bastasse, era anche lontana oltre trenta chilometri dalla città, non ben collegata (l’autostrada non era stata ancora costruita), e vi erano di mezzo la linea ferroviaria Palermo – Trapani e ben 4 passaggi a livello sull’unica strada esistente per raggiungerla. In pratica, anche per questioni logistiche ma, soprattutto, per quelle legate alla sicurezza dei velivoli durante le delicate fasi di atterraggio e decollo, Punta Raisi era l’ultimo dei posti dove andare a costruire un grande aeroporto. Ma tant’è.

Aeroporto di Punta Raisi
Aeroporto di Punta Raisi. Un aereo della società LAI fa rifornimento-1960

Per fortuna, al giorno d’oggi, la tecnologia aeronautica ci viene incontro, scongiurando preventivamente eventuali problemi. Ma il disastro di Montagna Longa del ’72, con le sue 115 vittime, e non fu l’unico, in quanto preceduto il 2 gennaio del 1960 dal volo, Roma-Palermo, che per le stesse ragioni, fece 44 vittime, e altri 108 morti il 23 dicembre 1978, ci dicono chiaramente che quell’aeroporto, li, non andava fatto.

Le Officine Ducrot

Chiusa la dolente parentesi, facciamo un passo indietro e torniamo agli anni ’20, per scoprire che, sempre a Palermo, era già avvenuta l’importante conversione delle officine Ducrot, il cui stabilimento si trovava alla Zisa (nell’attuale sede dei Cantieri Culturali). Queste, da semplice fabbrica di mobili pregiati, divennero officine per la costruzione di aerovelivoli da combattimento.

Stabilimento Ducrot alla Zisa -Palermo, 1920
Stabilimento Ducrot alla Zisa – Palermo, anni ’20

Tra gli esemplari che vi vennero prodotti c’erano i famosi caccia Ducrot SLD.

Caccia Ducrot SLD - Stabilimenti Ductor alla Zisa - Palermo
Aereo caccia Ducrot SLD, presso gli stabilimenti Ducrot alla Zisa

Inoltre, vennero realizzati circa 200 idrovolanti del tipo CANT Z501 gabbiano, (messi in opera presso i cantieri navali), ed altri velivoli strategici, divenendo così nel 1936 “Aeronautica Sicula”, dove successivamente saranno progettati e realizzati alcuni prototipi di importanti aeromobili.

Idrovolante CANT Z501 Gabbiano
Idrovolante CANT Z501 Gabbiano

Tra questi, su concessione dell’americana Doman, le Officine Ducrot produssero anche l’ elicottero Lz-5, in uso fino agli anni ’60.

Dove si trova?


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