Demetra: un Klimt al Capo?

Demetra, un Klimt al Capo? La breve storia della “Pupa” del panificio Morello.

All’interno dello storico mercato palermitano, la ditta Morello, ormai chiusa dal 2013, svolgeva un’attività storica di panificazione che aveva sede in via Cappuccinelle, nel seicentesco palazzo Serenario.

Questa era conosciuta soprattutto per la sua pregiatissima facciata, che risale agli inizi del ‘900, riconducibile allo stile liberty. Ma soprattutto per il suo splendido pannello laterale interamente mosaicato.

Particolare del pannello mosaicato raffigurante Demetra
Particolare del pannello mosaicato raffigurante Demetra, la dea della fertilità e delle messi – mercato del Capo, Palermo

La sua insegna, realizzata con tessere azzurre ed inserti dorati, con il pannello laterale che raffigura la bellissima Demetra, dea greca della fertilità, concepita in squisito stile Klimtoniano, sono un esempio unico in città.

Per questo i palermitani se ne innamorarono subito, ribattezzandola “a Pupa ru Capu“.

Entrambi sono stati oggetto di studio approfondito e per questo sono stati rimossi qualche anno fa e sostituiti con una copia per permetterne il restaurato.

La facciata del panificio Morello
La facciata del panificio Morello e il suo splendido pannello mosaicato, in una foto del 2012

La storia

La splendida decorazione pare sia stata il dono di nozze al primo titolare dell’attività, il sig. Morello, da parte di un artista, della cui identità purtroppo non si ha assoluta certezza.

Si pensa che potrebbe trattarsi di un certo Salvatore Gregoretti, abile decoratore, ma forse impiegato nello stesso panificio nei primi anni del ‘900. Non mancano sostenitori della tesi che vorrebbe attribuire la paternità dell’opera ad Ernesto Basile.

Una cosa è certa, a prescindere da chi ne sia stato l’autore, siamo di fronte ad un vero gioiello palermitano che va certamente custodito e preservato.

Demetra, la “pupa” restaurata

Oggi, il restauro del prezioso mosaico è stato ultimato e, dalle ultime notizie, sembrerebbe che si faccia strada l’ipotesi della sua custodia all’interno della chiesa della Madonna della Mercede.

Questo sarebbe un luogo ideale e protetto, tra l’altro vicinissimo alla sua sede originaria.

La speranza, comunque, è che si possa tornare ad ammirarlo. Magari nel posto di sempre.


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