Re per caso tra Ficuzza e Favorita? – Ma chi era questo re? Era il discendente diretto del re Sole: re nasone… ehm… burlone…. oppure lazzarone? In effetti, con questi appellativi era chiamato Ferdinando I di Borbone, re delle Due Sicilie.
La storia
Ferdinando nacque nel 1751 e va detto che fin da giovane mostrò scarso interesse per lo studio e le attività di corte. Lo stesso dicasi per la vita politica del regno, alla cui corona non era destinato, giungendovi solo per un caso. La madre, pensate un pò, lo voleva cardinale. Eppure divenne re ed il suo regno, durato oltre 65 anni, fu tra i più longevi della storia.
Un Re per caso
Figlio di Carlo Sebastiano di Borbone, re di Napoli e di Sicilia, che assunse il trono di spagna come Carlo III, ereditandolo dal fratello Ferdinando VI, il quale morì senza lasciare eredi.
Così il piccolo terzogenito Ferdinando, alla partenza del padre, al cui trono di Spagna poi succedette il primogenito Carlo Antonio, si ritrovò re-bambino solo perchè l’altro fratello più grande, Filippo (il secondogenito), non potè assumere la carica, a causa di una menomazione psichica.
L’ascesa al trono
Questo fatto fece di Ferdinando l’unico titolato alla corona di Napoli e della Sicilia, con la conseguente carica di Re: carica che assunse a soli otto anni, sotto il nome di Ferdinando IV di Napoli e come Ferdinando III di Sicilia. Ovviamente, data la sua tenera età, sotto la guida di un Consiglio di Reggenza.
Successivamente, nel 1816, in seguito all’unificazione dei due regni, divenne Ferdinando I, re delle Due Sicilie.
Tralasciando questi preamboli “tecnico-storici” ed anche parte della sua esistenza, ripartiamo dal 1798, quando rifugiato in Sicilia per sfuggire alle truppe francesi, Ferdinando si stabilì nel palazzo reale di Palermo assieme alla moglie Maria Carolina d’Asburgo, che aveva sposato per procura nel 1768.
Di quest’ultima abbiamo già parlato, perchè abituale consumatrice dei buonissimi dolci prodotti dalle suore del monastero di Santa Caterina: vedi a 👉questa pagina.
Il soggiorno di re Ferdinando in Sicilia
Da questo momento, inizia quella parte della sua vita, e del suo regno, che ci interessano in modo particolare.
Giunto in città, Ferdinando non perse occasione per dedicarsi fin da subito alle attività preferite… i suoi sollazzi di sempre, ovvero: ozio, vita di campagna, battute di caccia, “beddi fimmini e buonu manciari “.
E per far ciò, decise di lasciare tutti gli oneri di corte, ivi comprese le importanti decisioni politiche del regno, alla regina consorte.
Le grandi passioni del re: i sollazzi
Trascorse la sua vita palermitana con l’idea di dedicarsi esclusivamente alle sue grandi passioni, e per concretizzare questo bel proposito decise dapprima di acquistare dei terreni nei pressi della città, che erano proprietà del barone della Scala.
Dalla Favorita alla Ficuzza
In questi terreni vi realizzò la Real Tenuta della Favorita, apportando nuove alberature, la costruzione di grandi viali, ed occupandosi pure di farne restaurare ed ampliare la vecchia casena di caccia in stile orientale, allora già esistente, opera dell’architetto Venanzio Marvuglia.
In pratica, realizzando quello che oggi è il parco urbano più grande d’Europa.
La palazzina Cinese
Incaricò dell’opera lo stesso Marvuglia, che al termine dei lavori fece della prima casena ciò che divenne l’odierna, pregiatissima, “Palazzina Cinese“.
Ne nacque una costruzione di suggestiva bellezza, con tetti a pagoda in stile cinese: realizzazione a quattro mani con il figlio Alessandro Emmanuele.
L’edificio di stile eclettico, le cui pareti interne sono riccamente affrescate, custodisce la cosiddetta Tavola Matematica, realizzata dallo stesso Marvuglia.
Si tratta una tavola da pranzo, il cui ripiano era collegato, attraverso un ingegnoso meccanismo, con le sottostanti cucine. Ciò permetteva di far giungere direttamente sul tavolo le varie portate del menù, senza l’intervento dei camerieri in sala.
La Real Tenuta della Ficuzza
Contemporaneamente volle esaudire un’altro desiderio, e per far questo si fece costruire dal regio architetto Carlo Chenchi un’altra bellissima casena nel cosiddetto bosco della Ficuzza, a circa 50 Km dal capoluogo siciliano.
Un elegantissimo edificio, che ancora oggi possiamo ammirare in tutto il suo splendore.
Di pianta rettangolare, questo è sovrastato da un gruppo scultoreo che comprende il dio Pan e la dea Diana, con al centro il caratteristico stemma borbonico.
Edificio immerso in un luogo di una bellezza estrema, la Real Casena della Ficuzza ed il suo grande parco, furono deputati a personale riserva di caccia estiva del re.
Un re per caso, tra Ficuzza e Favorita
Insomma, dalla Favorita alla Ficuzza, la sua vita trascorreva serena, lontana dai noiosi impegni di corte, e circondato da belle dame che spesso invitava alle sue casene per fare ammirar loro “la grande collezione di farfalle”… si dice così… no?
Di tutto questo, pare che la regina fosse al corrente ma, non eccessivamente preoccupata, presa com’era tra impegni di corte, grandi ricevimenti e decisioni importanti. Magari anche lei aveva una bella collezione di farfalle da far ammirare nei ritagli di tempo? Mah… forse solo dicerie…!
Per farla breve, re Ferdinando, a Palermo, aveva trovato la sua felicità.
Il suo divertimento fu interrotto da un breve ma movimentato rientro a Napoli – ricco di fatti storici – sui quali sorvoliamo. Al termine del quale, nel 1806, riprese le sue amate attività in terra di Sicilia.
Ma non durò ancora per molto
Il clima, in Sicilia, nel frattempo era molto cambiato e i Siciliani non gli riservarono una grande accoglienza.
Infatti incalzato dagli impegni reali, re Federico fu presto messo all’angolo da chi reclamava la sua presenza a corte.
Tra questi, la regina ed i suoi stessi ministri, ma non ultimi gli inglesi che lo sostenevano. A quel punto, il nostro Ferdinando, per sfuggire al “supplizio” di chi lo richiamava ai suoi doveri di sovrano, decise di fingersi malato e delegare le sue responsabilità al figlio Francesco che per l’occasione venne nominato Luogotenente del Regno.
In seguito a questa decisione, Ferdinando andò a trascorrere la sua lunga “convalescenza” nell’isola di pace che si era fatto costruire qualche anno prima, a circa 50 Km dal capoluogo, in territorio di Corleone.
Li visse lontano dai “fastidi” di corte,e nella sua ritrovata felicità, dal 1810 fino al 1813.
Intanto, il 19 luglio 1812, il Parlamento siciliano, riunito in seduta straordinaria, promulgò la nuova Costituzione, approvata dal reggente Francesco e decretò l’abolizione della feudalità in Sicilia. Costituzione che Ferdinando fu costretto a sottoscrivere.
Nel 1814, al termine della sua lunga “degenza” Ferdinando riprese, almeno formalmente, le redini del regno. Mentre Carolina, accusata di complotto contro l’Inghilterra fu costretta a rientrare in Austria, dove morì nel settembre del 1814.
Ferdinando, “amareggiato”, nel novembre dello stesso anno sposò a Palermo la giovane Lucia Migliaccio, duchessa di Floridia, madre di sette figli e vedova di Benedetto Grifeo, principe di Partanna.
Ferdinando morì a Napoli il 4 gennaio 1825.
Una vita da re… un re per caso.
Dove si trova?
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