Le fornaci della calce, nelle viscere di Palermo

Le fornaci della calce Maiorana si trovano alle falde del Monte Pellegrino. Ormai solo un esempio di archeologia industriale, costituiscono la memoria tangibile di una delle antiche e massacranti attività manuali, esercitate fin da epoche remote, da chi ci ha preceduto.

La tramoggia del frantoio della cava Maiorana
La tramoggia del frantoio della cava Maiorana

La cava di tufo, con le fornaci, trova luogo in uno straordinario sito, facilmente raggiungibile, a poca distanza dal caotico centro città. Un luogo che sembra sospeso nel tempo, il cui cuore giace ad oltre venti metri, giù nel sottosuolo, tra le viscere della terra.

La storia

Visitando questo luogo, apparentemente ben nascosto lungo la strada che costeggia il monte, si ha la possibilità di effettuare un viaggio a ritroso nel tempo. Si tratta di uno tra i più interessanti esempi di archeologia industriale della nostra città, dove fino alla seconda metà degli anni ’60, operai e giovani aiutanti, cavavano la pietra di tufo in condizioni estreme.

Un durissimo lavoro eseguito a braccia, con zappe e picconi, nella calcarenite, metri e metri sotto terra. Da questa, si estraeva la materia prima che, dopo un processo di cottura nelle fornaci, diventava quella calce che ha permesso la costruzione delle nostre case.

Le fornaci della calce Maiorana

Le fornaci, e la cava di estrazione, si trovano ai piedi del Monte Pellegrino, con precisione nella via Cardinale Mariano Rampolla, al civico 68. Il complesso, in gran parte sotterraneo, è costituito da tre fornaci, cui era affidata la produzione della calce viva, e da un frantoio per gli inerti.

Fornaci della calce Maiorana
Fornaci della calce Maiorana

L’intero impianto produttivo si articola su tre distinti livelli, tutti visitabili. Le fornaci erano alimentate al secondo livello, mentre più in basso, il terzo livello, anche questo interamente scavato nella roccia, serviva per raccogliere la calce prodotta e sistemarla in piccoli carrelli movimentati su rotaie. Questi ultimi trasportavano il loro contenuto presso la destinazione finale, al termine del percorso stabilito.

Tutto ciò aveva luogo in una sorta di inferno in terra, destinato a chi era costretto a lavorare in quelle condizioni ogni santo giorno, in un un ambiente che ricorda molto da vicino quelli delle cosiddette “Muchate“, o quelli delle Zolfare, con in più la presenza del calore generato dalle fornaci.

Fornaci della calce Maiorana
Il sistema di binari della cava di calce

Le fornaci e la cava, acquistate dalla famiglia Maiorana nel 1945, sono rimaste attive fino al 1968. Periodo in cui, con l’avvento del cemento armato nelle costruzioni, l’uso della calce si ridusse sempre di più, fino a decretare la dismissione dell’opificio.

Fornaci della calce Maiorana
Fornaci della calce Maiorana

Dopo tanto tempo dalla cessazione delle attività di produzione, gli eredi della famiglia Maiorana, che alcuni anni fa ho avuto il piacere di conoscere personalmente, senza alcun finanziamento pubblico, hanno affrontato lunghi lavori di restauro e di messa in sicurezza dell’impianto. Ciò ha permesso il recupero e la restituzione delle antiche fornaci alla città, rendendole fruibili al pubblico. Il lavoro svolto ha consentito di realizzare dei tour guidati fino a circa 20 mt sotto il livello del suolo, dentro alle viscere della terra.

Recentemente, il sito, è stato inserito tra le mete del circuito “Le vie dei Tesori“.

Piccola curiosità: ogni anno, nel periodo natalizio, i sigg.ri Maiorana allestiscono uno suggestivo presepe, nel primo livello della cava sotterranea. Attrattiva che resta visitabile per tutto il periodo delle festività.

Per maggiori informazioni circa le visite, il numero da chiamare è il 328 260 6317

Dove si trova?


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