Il Mercato delle Pulci. – Anche a Palermo, come in molte altre città, esiste un tradizionale mercatino degli oggetti usati, comunemente chiamato “Mercato delle Pulci”.
La storia
Sulle origini di questo mercato palermitano, esistono due teorie.
La prima vuole la nascita di questa attività già nel XVI secolo, quando nei pressi dell’odierno quartiere Danisinni (allora fuori dalle mura cittadine) si respirava la cosiddetta “Mala-aria“.
Pare, infatti, che a causa della perenne palude formata dalle acque stagnanti del fiume Papireto, l’intera zona fosse ricettacolo di insetti (zanzare) portatori di questa malattia, allora misteriosa. Un nemico subdolo che purtroppo conduceva quasi sempre alla morte i malcapitati che ne venivano colpiti.
Si narra che proprio questo aspetto venisse insidiosamente utilizzato da certi personaggi senza scrupoli, i quali volendo disfarsi della propria moglie o dell’amante di cui si erano stancati, ritenendola ormai “ingombrante”, mettevano in atto un piano a dir poco diabolico.
Il buisiness della morte
Il metodo era molto semplice, quanto brutale. Il criminoso copione messo in atto, sempre lo stesso: le affitto una casa di villeggiatura sulle sponde della palude del Papireto, così si ammala e mi libero di lei. Poi, dalla vendita della dote, ricaverò i soldi che mi ripagheranno delle spese. Il piano meschino funzionava pressappoco così.
Anche se allora non si aveva idea dell’esatta origine della misteriosa malattia che provocava le strane morti in quella zona, bastò già il solo conoscerne l’esistenza, ed i suoi effetti nefasti, per poter sfruttare la situazione a proprio vantaggio.
Pensate che si racconta di un uomo d’affari, proprietario di una casa vicina alla palude, che soleva darla in affitto esclusivamente per questi scopi. Non ci crederete… ma quella casa era molto ambita, malgrado il prezzo richiesto per la pigione fosse elevatisimo.
La storia prosegue descrivendo la nascita di un luogo preciso, in una zona vicina, dove solitamente questi figuri senza scrupoli mettevano in vendita le doti delle mogli, rimaste vittime inconsapevoli della crudele macchinazione. Questo diede origine al Mercato delle Pulci.
La fine del gioco assassino
La brutta storia ebbe fine solo grazie all’intervento incidentale del protomedico Giovanni Filippo Ingrassia. Il luminare, incaricato dalla autorità cittadine, dopo aver studiato le misteriose morti, con una geniale intuizione a salvaguardia della salute pubblica, suggerì di far incanalare le acque del fiume Papireto in un condotto sotterraneo.
Grazie alle raccomandazioni del dott. Ingrassia, l’opera idraulica vide la luce nel 1591, su ordine del Pretore Salazar. Si decretò così la fine di tutte le misteriose morti avvenute in quella zona e, per indiretta conseguenza, anche del buisness dell’affitta casa.
Colpa della guerra
L’altra versione, più realistica e meglio documentata, è invece ambientata in tempi più recenti. Questa parla della storia di alcuni poveri cristi che per sopravvivere alla miseria portata dalla seconda guerra, andavano in giro a raccattare oggetti tra la spazzatura e le macerie causate dai bombardamenti.
Su quest’ultima noi ci soffermeremo.
Le origini del Mercato delle Pulci
Il mercato delle pulci, nasce nell’immediato dopoguerra, quando cioè, spinte dalla fame, e private di un lavoro, le persone cercavano di organizzarsi come potevano, nella ricerca di qualsasi cosa si potesse recuperare, sistemare e rivendere.
Era un momento molto critico per il nostro paese, durante il quale la nostra città aveva subito danni ingentissimi dai bombardamenti; come poche altre in Italia.
Tanto che per questa ragione Palermo venne insignita della medaglia d’oro al merito… magra consolazione.
I bombardamenti, la distruzione
Dopo la distruzione a tappeto dei bombardamenti in città non era rimasto molto. La povertà e la fame erano una costante per molti palermitani. Così, per sopravvivere, ci si organizzava con i carretti per fare il giro del quartiere o spingersi ancora più in là, nella speranza di reperire oggetti da riciclare, per poi rivenderli o scambiarli con qualcosa da mettere sotto i denti.
Si raccoglieva di tutto: dalle cicche delle sigarette, alla carta, il cartone, il vetro, gli stracci e gli indumenti usati. Ma soprattutto stoviglie e rottami metallici; tra questi, il rame, che assumeva il ruolo di metallo prezioso.
Anche anziani e bambini venivano coinvolti in questa ricerca giornaliera. Era una vera scommessa per la sopravvivenza.
La nascita del mercato
Così, nacque pure la necessità di reperire un luogo centrale e ben in vista, dove scambiare o vendere gli oggetti recuperati. La scelta ricadde nella cosiddetta piazza Marmi, esattamente nello stesso posto dove oggi sorge il palazzo di giustizia.
Un gruppetto di neo-rigattieri fece suo uno spazio in quella grande piazza e pian piano, con lo spargersi della notizia che in città esiteva un posto dove acquistare il necessario per pochi spiccioli, attirarono i potenziali acquirenti.
In breve si costituì il primo nucleo di quello che tutti conosciamo come il mercato delle pulci.
Fino ai primi anni ’50 gli affari andarono bene e i rigattieri del neo-nato mercato, allora semplici ambulanti che sostavano abitualmente nella piazza Marmi, vendevano ogni giorno le loro mercanzie.
La costruzione del palazzo di giustizia
Ciò avvenne fino a quando è stato riaperto il cantiere per la costruzione del pazzo di giustizia, le cui attività erano state sospese a causa della guerra. A quel punto i rigattieri dovettero spostarsi da li.
Allo scopo venne individuato uno spazio idoneo nella vicina piazza Peranni, tre le vie Papireto e Corso Alberto Amedeo. Quest’ultima è ancora attuale sede del Mercato delle Pulci.
Nella nuova sede i rigattieri si stabilirono in modo fisso, realizzando tra gli alberi della piazza, delle baracche con materiali recuperati: soprattutto legno e lamiere. Ripari dove ricominciarono a fiorire le attività del mercato.
Il fiorire delle attività
Nel frattempo si era arricchita anche la varietà degli oggetti venduti: infatti, gli articoli trattati, adesso comprendevano anche mobili usati, parti di auto dismesse, utensili, scarpe, lampadari e quant’altro veniva raccolto in giro, o addirittura, portato sul posto direttamente dalle persone che intendevano disfarsene.
A quel punto, tra gli anni ’60 e ’70, il mercato cominciò ad arricchirsi di nuovi rigattieri e di oggetti tra i più svariati. Questo alimentò la notorietà del mercato delle pulci, che cominciò a trattare anche oggetti d’arte, di artigianato, mobili in “stile antico” e pure qualche pezzo di vero antiquariato… ma a volte anche l’immancabile “tarocco”. Purtroppo non erano rare le voci che lamentavano raggiri confezionati ad arte.
Fu così che il mercato, cominciò ad interessare anche i collezionisti d’arte, sempre a caccia di qualche bell’oggetto interessante da portare a casa per pochi soldi.
Come sta il mercato delle Pulci?
Sfortunatamente, dopo anni di vero fermento, anche per il mercato delle pulci è arrivato il momento del declino. Oggi, riesce a stento a sopravvivere in mezzo a mille difficoltà. Tra queste, anche quella degli allagamenti periodici che d’inverno spesso colpiscono la zona, antico alveo del torrente Papireto, che alle prime piogge insistenti si risveglia ed invade tutto.
Nel tempo è diminuito pure il numero dei rigattieri, ed anche la qualità e la varietà degli oggetti esposti, in molti casi, sembra essere venuta meno.
La speranza è che questo mercato, ormai storico, riesca in qualche modo a farcela e non scompaia come tante altre realtà, purtroppo ormai estinte nella nostra Cara Palermo.
Dove si trova?
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